Quando il “low budget” è di grande qualità.
Cosa accade quando si cerca di rappresentare musicalmente una città come Napoli?
Sembrerebbe quasi un’impresa impossibile; immaginare il tramonto che illumina d’arancione sovrannaturale il Vesuvio o i mille stop delle autovetture ferme (perennemente) a Corso Vittorio Emanuele. L’imbrunire a Chiaia o il lento riempirsi dei ristorantini sul lungomare. Eppure, esiste un genere musicale che è perfettamente capace di fare tutto questo: il jazz.
Tutto questo prende vita nel progetto jazz “Low Budget” del flautista, sassofonista, musicoterapista, compositore ed arrangiatore Giuseppe Colucci (collaborazioni con Daniele Sepe, Tony Esposito, Karl Potter, Marcello Coleman,Tony Cercola, Enzo Avitabile, Hobo, Alessio Caraturo , Salvatore Tranchini,Stella Diana e tantissimi altri jazzisti e band underground della scena napoletana), con la volontà di continuare a sperimentare il nuovo jazz napoletano, intriso di contaminazione e nuove sfumature musicali.
Low Budget è la nuova creatura musicale dei Divieto di Swing, band musicale d’eccezione che vede la collaborazione di alcuni tra i musicisti più interessanti della scena jazzistica partenopea: Sergio Di Natale, Salvatore Rainone, Dario Spinelli, Giuseppe Spinelli, Domenico Benvenuto, Luigi Masciari, Salvatore Brancaccio, Igor Caiazza, Ivano Leva, Paolo Sessa, Antonio Perna, Vince Carpentieri, Alessandro Aulisio, Adriano Rubino.
Low Budget dei Divieto di Swing sarà presentato il prossimo 3 marzo al Cellar Theory di Napoli.