Effetto Pigmalione
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Ma ci sono degli occhi che invece modellano le anime di coloro che guardano:
quante volte avrete sentito dire, nella vostra carriera di studenti, commenti più o meno felici sul vostro status o su quello dei vostri compagni :“X. non farà mai niente nella vita, viene solo per dormire!”, ” X. non impara nulla perché non gli interessa nulla di ciò che stiamo studiando”; o ancora meglio “A te ho messo 6 perché il compito era palesemente copiato da X che ha preso 10”.
Questa storiella del giudizio a priori di derivazione kantiana è vecchio quanto il mondo e, sicuramente più di Kant: se per un docente sei “mediocre” sarà molto difficile, se non improbabile, che la tua media possa alzarsi e schizzare alle stelle, dobbiamo arrenderci a questo dato di fatto.
“Fatti la nomina e va curcati” (Creati una reputazione e sarai tranquillo) potrebbe essere il manifesto “politico” di quanto descritto in precedenza: se uno studente ha manifestato, sin da subito, interesse e capacità, essi si tradurranno in motivazione e competenze, spingendolo a scalare i vertici del merito. Se, viceversa, uno studente mostra disinteresse, rifiuto o limitata capacità esso sarà un fardello che non riuscirà a togliersi (forse) mai più. Adesso i miei colleghi esperti nel settore ribadiranno che non è assolutamente così, che il docente basa le sue aspettative sui feedback degli alunni e che è sempre imparziale nella valutazione perché si attiene all’evento valutativo ( compito, interrogazione) e non al pregresso dello studente.
C’è una cosa che non cambia mai in questo teorema: le aspettative dei ragazzi. Si perché anche il più ribelle dei ragazzi, quello che non ha niente da perdere, si aspetta da noi qualcosa: un rimprovero, una nota, una sospensione o forse uno sguardo. Ma non uno sguardo distratto, il più delle volte adirato, ma uno sguardo attento, quello sguardo capace di farlo fermare da ciò che sta facendo, uno sguardo in grado di dirgli: voglio darti una possibilità, non mi deludere.
Vi deluderà? Si, molto probabilmente. Perché? Non lo so, ma penso perchè non sappia fare diversamente. Ci dobbiamo provare? Si, anche quando pensiamo dentro di noi che è tutto inutile, che non si potrà mai instaurare un rapporto di fiducia con quell’alunno perché a lui non interessa la nostra stima o il nostro rispetto. A lui interessa essere ciò che noi vediamo: uno studente brillante o un guerrafondaio scolastico. E se per lo studente brillante, ci scappa la lacrimuccia d’orgoglio perché, in fondo, abbiamo fatto bene il nostro lavoro, per il guerrafondaio ci scappa un altro tipo di lacrima: quella dell’amarezza. Domani mattina, quando entreremo in aula e vedremo il nostro alunno polverizzare il gesso per fare lo stucco o creare il volante della Seicento 1200 fire con tanto di freno a mano e cambio rigorosamente costruito con la carta del quaderno della nostra materia non ignoriamolo: rimproveriamolo anche aspramente, perché penso che voglia proprio questo: la nostra attenzione. E forse, la possibilità di sentirsi dire: “Dai X., lo prendi il quaderno e facciamo gli esercizi che ho segnato sulla Lim? Sono sicura che riuscirai. Se vuoi, mettiti accanto a me e ti dò una mano io”.
- Effetto Pigmalione - 02/12/2024
- S.O.S Sostegno - 07/11/2024
- Il primo giorno di scuola: dubbi, certezze e speranze - 04/09/2024