Babbo Natale, i suoi doni e la magia dell’attesa
Babbo Natale e i suoi doni
La favola del Natale rappresenta per tutti la storia più bella da vivere e raccontare. I bambini con i propri sogni e desideri sono i veri protagonisti di questa festa. In ognuno di noi, in questo periodo si riaccendono ricordi della propria fanciullezza, quando tutto era pensato per accogliere un vecchietto vestito di rosso e con la barba bianca:Babbo Natale.
Lui,che gira il mondo su una carrozza volante per portare doni ai bimbi ; lui che vede tutto e sa tutto, lui che decide chi è stato buono o cattivo. Lui, entità magica, che ad un certo punto della vita si concretizza in una figura più vicina a noi, perdendo poteri magici e fascino. Ma come e quando succede tutto questo?
Difficile da dire con precisione, ma studi sociologici hanno rivelato che dai 7 anni di età si inizia a non credere più in Babbo Natale, e verso i 9 si capisce che tutto è stato frutto di una fantasiosa leggenda. I dubbi dell’esistenza di Babbo Natale si innescano nella mente dei più piccoli anno dopo anno. Le nuove generazioni si sa sono un passo avanti, e le sollecitazioni dovute alle nuove operazioni di marketing natalizio, facilitano insieme alle nuove tecnologie la ricerca della verità.
E così il segreto è presto svelato. Come spiegare, ad esempio, a un bambino che incontra Babbo Natale in un centro commerciale e poi all’uscita in un villaggio allestito che lui è sempre lo stesso e viene dal Polo Nord, anche se magari è diverso. In passato Babbo Natale, era un mistero per tutti i bimbi.. nessuno poteva incontrarlo, non si avevano rapporti con lui. Bastava crederci, scrivere una letterina e lasciare biscotti e latte la sera della vigilia. Oggi invece,le domande che dai 5 anni in su i bimbi fanno sono tante e per i genitori si fa davvero fatica a giustificare e spiegare per tenere in piedi il segreto. Cambiano le modalità di acquisto, cambiano le tradizioni. I bimbi scelgono i regali direttamente nel negozio o addirittura sfogliando le liste su Amazon.
Ma quasi come per un tacito compromesso, da un lato i bambini fanno finta di crederci, dall’altro i genitori continuano a raccontare la favola. Forse semplicemente perché è difficile rinunciare alla magia di tutto questo. Basterebbe forse creare un processo inverso, dove sono prima gli adulti a crederci e poi i bambini. Basterebbe forse trasformare il Natale come il periodo di condivisione familiare di questa favola, iniziando a pensare che l’arrivo del vecchietto vestito di rosso, coincida con l’arrivo di qualcosa di magico, che sia materiale o non. Il Natale insomma per i bambini e per adulti, come metafora della vita dove l’attesa di qualcosa è fatta sempre di dedizione, sacrificio e bontà.
La vera trasformazione non sarebbe dunque in un Babbo Natale moderno, ma nel modo in cui si vive il suo arrivo. Al di là del significato cristiano e commerciale, il Natale dovrebbe essere per tutti il periodo dell’attesa, dove ognuno di noi è in attesa di scoprire, di svelare insomma il lato bello e buono di qualcosa, che sia nuovo o già parte della nostra quotidianità.
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