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Essenze di miniature. Intervista all’artista Valeria Caliandro

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Ho avuto modo di ascoltare il disco. Come è nato?

Miniature ho iniziato a scriverlo in un’era pre pandemia, era il 2018. Avevo appena concluso un minitour per il disco La seducente assenza e avevo nuova energia per ricominciare a scrivere. Più che un nesso che collega le canzoni c’è la modalità con cui sono state arrangiate che le accomuna: molta cura, minuziosità. Se vogliamo, poi, la pandemia ha consentito tutto il tempo perché fosse così.

Quali sono le tue influenze musicali?

Indubbiamente mi trovo tra le mani gli autori che più ho suonato: Chopin, Satie, Debussy e Ravel. In adolescenza poi sono arrivate le rivelazioni, tutte al femminile, che hanno cambiato il mio modo di percepire e fare musica: Tori Amos, Pj Harvey, Fiona Apple. Attualmente sono molto più fluida e ascolto spesso musica nuova, complici le piattaforme digitali che hanno cambiato il modo di ascoltare.

Dopo due anni di pandemia si è ritornati alla quasi normalità anche per quanto riguarda i live. Hai pensato ad un tour?

Penso che ogni musicista ci pensi, sopratutto dopo aver pubblicato un disco. Spero che ci sarà modo di organizzarlo, non solo a partire dall’estate ma anche per il prossimo autunno.

Quanto ti è mancato (o quanto è importante) per te il rapporto con i fan?

Credo che i social abbiano permesso di restare sempre collegati, quindi non credo si possa parlare di una vera e propria mancanza. Sicuramente muoio dalla voglia di tornare a suonare dal vivo, di ritrovare un collegamento con le persone mentre suono.

Prossimi progetti?

Promuovere al meglio questo lavoro che ha aspettato tanto a vedere la luce.

Giacomo Ambrosino

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