Fetch Philips. L’eroe di Sunder City
In attesa di Dead Man in a Ditch, il secondo libro della saga dedicata a Fetch Phillips, parliamo della prima pubblicazione del suo autore.
Luke Arnold è un attore australiano conosciuto soprattutto per i suoi ruoli in Broken Hill e Black Sails. L’anno scorso ha debuttato nel mondo degli scrittori pubblicando il suo primo libro: L’ultimo sorriso di Sunder City, un romanzo fantasy e mistery.
Il suo protagonista Fetch Phillips, è un investigatore privato che lavora per le strade di Sunder City. Un uomo piuttosto complicato che sostituisce l’alcol a colazione pranzo e cena. Tutto ciò non perché sia un alcolizzato incallito, ma poiché cerca di sopravvivere al suo passato. Tramite il suo lavoro, cerca di espiare le sue colpe aiutando tutte le creature magiche che vengono a chiedergli assistenza. Sì perché il mondo è pieno di magia. Beh… lo era. Sono sei anni che a Sunder City, e in tutto il resto del mondo, la linfa vitale è scomparsa e le creature le cui vene erano intrise di magia ora faticano ad andare avanti e accettare la nuova realtà.
E per questo che Fetch si rifiuta di lavorare per gli umani, nonostante lui sia uno di loro. Perché se la magia è scomparsa, è colpa solo della gelosia degli umani, che nel intento di rubarla,hanno finito per distruggerla.
E’ in questo nuovo mondo tetro, grigio e triste, che il protagonista è alle prese con un caso importante. Il professor Rye, un vampiro di quattrocento anni con un gran cuore in un corpo che per miracolo non è ancora diventato polvere, è scomparso. Quando Phillips viene ingaggiato per ritrovarlo, capisce che la sua scomparsa è collegata con quella di una giovane sirena e che i mostri non sono davvero scomparsi dal mondo.
L’universo che Arnold ha creato è un po’ alternativo. Insomma siamo abituati a leggere di esseri magici spettacolari, pieni di potere, colore e quasi invincibili. E tutti amiamo questo genere. Ma Luke Arnold è forse uno dei pochi che si è chiesto cosa sarebbe successo se i nostri amati personaggi fossero stati privati del loro tratto distintivo, se fossero stati resi un po’ più “umani”.
La prima parte del libro è soprattutto dedicata al descrivere il mondo in cui il protagonista vive, ma soprattutto il modo in cui questo cerca di sopravvivere. In una città in cui quelli come lui sono odiati, lui cerca, nelle sue possibilità, di aiutare i più deboli e di portare avanti un caso che non ha il desiderio di vederlo immischiato. In questa prima parte vediamo Fetch struggersi per amori passati, errori e il mondo che lo odia con tutte le sue forze. Nonostante abbia un lavoro da fare, tende fin troppo spesso a buttarsi sull’alcol e sui suoi problemi, e perciò prende il caso sottogamba e finisce sempre nei guai. Ad un certo punto però, sceglie la via giusta e si butta,da sobrio, anima e corpo nella ricerca dei due scomparsi e nella sua redenzione .
Nonostante lo scenario fantasy, L’ultimo sorriso di Sunder City, tratta di argomenti fin troppo reali: quello della gelosia, la paura del diverso e, quanto meno dal mio punto di vista, il sentirsi inferiori. Luke Arnold, in questo primo romanzo si è messo alla prova ed è riuscito bene nel suo intento. Il suo modo di raccontarci le vicende a tratti era un po’ lento e faticoso e, voluto o non, alcuni momenti avevano bisogno di un pochino più di vita e velocità.
Nonostante ciò, il personaggio principale è interessante, ironico e il suo andare avanti nonostante tutte le difficoltà, fa desiderare avere la sua stessa forza e intraprendenza. La storia è avvincente e ad un certo punto vi troverete ad andare avanti presi dalla curiosità di sapere come va a finire.
Come voto da 1-5, gli darei un bel 3 ½, ma sono sicura che con il suo seguito aumenteranno le nostre aspettative. Io, in effetti, aspetto con ansia la traduzione italiana di Dead man in a Ditch, per scoprire se Fetch Phillips sarà più vicino a diventare l’eroe che tanto desidera essere.