Come la felicità…potrebbe arrivare a tutti. Intervista a Elisa Sapienza
Siamo in un momento storico dove la musica è un po’ il sinonimo di rabbia, urla e rivolta contro il mondo. Il tuo singolo veste i panni del dialogo sereno di un giovane che cerca di capirlo, il mondo.
La musica ha sempre lanciato dei messaggi forti come rabbia, speranza e rivoluzione ma non penso che sia questo il vero problema. Viviamo in un momento storico dove tutto è “usa e getta”, abbiamo forse un po’ perso la magia e la voglia di ascoltare un brano dal primo secondo sino all’ultimo e magari di riascoltarlo per la seconda volta per captare tutte le sfumature.
Capita anche a me, e ogni volta che rifletto su questo aspetto, mi rendo conto che è davvero un peccato. A 26 anni non ho ancora capito bene cosa sia il mondo ma sicuramente ho capito che non mi fa più paura mostrami per come sono.
Hai studiato musica per tanti anni e oggi sei anche docente. Cosa può regalare la musica alle nuove generazioni?
Ho sempre vissuto la musica come speranza. Viverla in questo modo mi ha salvata, in qualunque situazione mi trovassi e spero che possa essere la stessa cosa per le nuove generazioni. Quando sono nel ruolo d’insegnante cerco sempre di sottolineare che nella musica non c’è e non ci deve essere giudizio, ognuno deve avere il coraggio di esprimere la propria arte come meglio crede; negli ultimi tempi è subentrata la competizione e la continua lotta a chi sia migliore o a chi urla più forte.
La musica non ti giudicherà mai, spesso il problema dipende da tutto quello che ci circonda. Sono sicura che la musica possa regalare alle nuove generazioni le stesse identiche cose che ha regalato e continua a regalare a me.
Il tuo singolo ha un titolo semplice e complesso allo stesso tempo “Come la felicità”.
È un manifesto autobiografico, sono dei pensieri che ho deciso di raccoglie e, insieme all’ aiuto di Stefano Paviani, sono diventati il testo; Filadelfo Castro, meraviglioso produttore musicale, ha arrangiato il brano dando alla musica una forma diretta, ha scelto anche tutti i musicisti che hanno suonato dal vivo gli strumenti. Anche questa è stata un’impresa e una scelta coraggiosa, perché viviamo in un periodo in cui tutto viene suonato da dei programmi.
È un brano vero, sotto tutti i punti di vista, musicale e autorale. Penso che l’energia che emana il brano ne sia la prova. È difficile e quasi impossibile definire il concetto di felicità, infatti ho provato a cantarla per imparare a conoscerla più a fondo e in qualche modo a renderla “mia amica”.
Il tuo percorso musicale inizia sin da piccola; in che modo ti ha formata a livello personale?
La musica mi ha formata tanto a livello personale, è mia amica ma spesso anche nemica. La determinazione, la costanza, la dedizione, lo studio sono delle qualità che ho appreso attraverso la musica. Non sono determina e costante in nessun altro aspetto della mia vita se non nella musica. In assoluto mi ha formata più di ogni altra cosa.
Quali sono i tuoi obiettivi musicali futuri?
Continuo a scrivere e incidere pensieri che poi provo a trasformare in canzoni, quindi, ci saranno nuovi brani ma per ora la mia intenzione è quella di far arrivare “Come la felicità” a più persone possibili, nell’attesa di poter riprendere anche dei concerti live perché è la dimensione che più mi manca e mi piace
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