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La musica per esorcizzare i dolori della vita. Intervista al cantautore Ariù

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È uscito da poco il tuo ep, “ Nottetempo”. Un album profondo e introverso scritto in un periodo delicato per tutti. Cosa racchiude per te questo titolo.

Racchiude un momento di riflessione. È un qualcosa di spazio-temporale nel quale confluiscono tutte le sensazioni e le esperienze della giornata: stress, stanchezza, ansie, preoccupazioni ma anche gioia ed energia positiva. Allo stesso tempo si mescolano tutti i sogni e i progetti per il domani. È un bivio che racchiude molto bene quella che è la mia vita in questo momento.

Ariù
Ariù

Nella tua musica c’ è sinergia tra generi diversi. Come descriveresti la tua identità musicale.

È sempre difficile rispondere a questa domanda. Direi che è un Melting Pot di tante cose. Il fatto è che siamo sempre un po’ il prodotto di tutto quello che ascoltiamo, abbiamo ascoltato, amato e quindi assorbito. Quindi saltano fuori tanti generi diversi a partire dal rock.

Crescendo i miei ascolti si sono sensibilizzati di più su generi sempre meno distorti. Prima un certo tipo di musica cantautorale, poi il soul, fino al jazz. Mi piace molto anche la musica elettronica. Alla fine la musica che preferisco viene sempre da progetti ibridi e difficilmente collocabili con un genere preciso. Penso ai Radiohead o Peter Gabriel ma anche tanti altri.

Nei tuoi brani si evince sempre malinconia e tristezza. La musica per esorcizzare i dolori della vita.

Si, forse è così. Ho sempre trovato nella musica una valvola di sfogo, ma anche una sorta di rifugio mistico dentro il quale stare al sicuro. Chi mi conosce sa che sono un tipo abbastanza introverso e le canzoni sono sempre state il modo migliore attraverso il quale esprimermi con gli altri, con chi ha voglia di ascoltare.

Si evince l’influenza di molti cantautori italiani. Cosa ascoltava Ariù da bambino.

Ah beh, qui andiamo un po’ off topic, nel senso che da bambino non ascoltavo molta musica italiana, se non le sigle dei cartoni animati e un po’ di rap, tipo gli Articolo 31. I miei primi ricordi musicali risalgono agli ascolti durante i grandi viaggi in macchina.

Mio padre è un grande appassionato di musica quindi da questo punto di vista io e i miei fratelli e sorelle siamo stati molto fortunati. Le cassette che giravano erano robe tipo: Pink Floyd, Dire Straits, Queen, Elton John.

Chi oggi Ariù e come ti immagini tra qualche anno.

Oggi Ariù è un cantautore in continua esplorazione e alla ricerca di un identità musicale. Anche se spesso penso che la mia identità potrebbe risiedere nella ricerca stessa. Tra qualche anno mi immagino con qualche capello bianco in più, un po’ più vecchio, forse un più saggio e sicuramente un po’ meno ingenuo.

Daniela Romano

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