Pillole riflessive: la verità sulle recensioni.

20/02/2025 Sharon Lattanzi pillole riflessive, Recensioni

Cari readers,

Con questo articolo non voglio ergermi a paladina della sincerità ma tengo particolarmente ad esprimere la mia opinione sul mondo delle recensioni. Ormai sono più di cinque anni che scrivo, scrivo e scrivo di libri e, da un anno a questa parte, ho iniziato a chiedermi se vale la pena farlo. Ho sempre sognato di far diventare questa attività un lavoro, un qualcosa che mi desse più che una soddisfazione nel veder “acclamati” i miei scritti.

Purtroppo, non è ancora così. Perché?

Partiamo dal presupposto che, nel momento in cui si scrive, ci si impegna a produrre qualcosa; ci si impegna a produrre qualcosa che verrà letta da tante persone interessate. Quando si scrive si impegna un bene prezioso: il tempo.

Aspettate, ho detto tempo? Ebbene sì.

Quanto è prezioso il nostro tempo? Quanto valore gli stiamo dando nel momento in cui accettiamo di pubblicare qualcosa gratuitamente? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo partire da una distinzione: le recensioni spontanee (non richieste) e quelle che, invece, vengono scritte in collaborazione con case editrici et similia.

Quando parlo di recensioni spontanee faccio riferimento a quelle pubblicate per nostra volontà, senza una richiesta specifica. Ma quando si tratta di recensioni pubblicate grazie ad una collaborazione, allora, il discorso cambia. Perché dovremmo regalare il nostro tempo? Perché il nostro compenso deve essere il libro inviatoci dalla casa editrice? Chi lo dice? Come un’influencer di moda, costume e lifestyle dovremmo essere retribuiti per svolgere questa attività. Ricordiamoci sempre che la nostra è un’attività intellettuale che si spiega attraverso la capacità di scrittura che, per fortuna, non è dono di tutti.

E allora, io mi chiedo, perché dovremmo accettare questo compromesso? Perché le recensioni non vengono riconosciute come “un lavoro”?

Con queste domande chiudo la riflessione giornaliera e adesso tocca a voi darmi una opinione sull’argomento. Dal canto mio, posso affermare che sarebbe giusto remunerare un recensore serio e che si impegna realmente in ciò che fa.

Voi cosa ne pensate?