Gaetano
“Scappo di casa” di Ivan Graziani, sullo stereo, si insinua tra i clacson e il rumore del traffico di questo pallido, pigro, giovedì pomeriggio.
Mi squilla il cellulare:
“Si? “
“Pronto? Il signor Davide?” Mi fa sempre ridere quando mettono “signor” davanti al nome proprio.
“Sì, chi è?”
“Guardi, chiamo per l’annuncio sul giornale. È lei che fa assistenza domiciliare?”
Il tipo ha una voce giovanile, cordiale, e mi spiega che avrebbe bisogno di assistenza, che ha la sclerosi multipla ma è autosufficiente, un lavoro “facile”.
Il giorno dopo, alle 16:00, mi trovo davanti ad un cancello, di una villetta monofamiliare nel quartiere Alessandrino.
Conosco Gaetano, la moglie (che da subito non mi ispira simpatia) e i 3 figli.
Prendiamo accordi per l’orario: dalle 07:30 alle 10:30
Il lavoro non è molto pesante, meglio.
Così comincia il mio rapporto con Gaetano e, naturalmente, con Samanta. Quando lavori con un disabile, hai sempre a che fare con l’intero nucleo familiare, è inevitabile.
La cosa notevole è che mi fa subito il contratto a tempo indeterminato. Incredibile.
Il primo mese, fila tutto liscio, poi, giorno dopo giorno mi accorgo delle tensioni, neanche troppo sottili, tra lei e il figlio maggiore, che non lavora e frequenta una ragazza che alla madre non piace.
Premetto che Samanta è veramente “coatta”, una borgatara di prim’ordine, nata e cresciuta in un pessimo ambiente. E ha da ridire riguardo le frequentazioni del figlio. Vabbè.
Poi, in seguito, le tensioni crescono anche tra lei e Gaetano. Lei lo accusa (dopo 20 anni di matrimonio), di non averla fatta vivere come si aspettava, perché in tutti questi anni ha sempre dovuto badare solo a lui e non ha mai potuto pensare a sé stessa.
“Sono stanca, stanca! Non ce la faccio più!” mentre Renato Zero riecheggia per tutta casa.
Gaetano, in tutto questo ha un atteggiamento remissivo, si sente in colpa, arriva addirittura a darle ragione (!)
“Ma Samantuccia, non ti sei mai lamentata, e lo sapevi che sono malato, che ti aspettavi? “
“Beh, si lo sapevo, ma adesso me so’ proprio rotta il cazzo! Io voglio vive’!”
“E chi te lo impedisce?”
La situazione comincia ad essere imbarazzante, decisamente imbarazzante.
“Sono 20 anni che ti faccio da serva! Ora basta!”
“Ma, tesoro…. “
“Tesoro un cazzo! Io vado da un avvocato!” Sarà una coincidenza, ma alla radio sta passando “Sere nere” di Tiziano Ferro.
Samanta comincia a fare molto tardi la sera e a frequentare un altro uomo; poi racconta tutto al marito, con una certa perfidia.
La mattina trovo un uomo distrutto, che non ha dormito, che mi racconta, tra le lacrime, di come, improvvisamente, sia cambiata la moglie.
A un certo punto, Samanta comincia a prendersela pure con me.
“Ma non hai visto il lavandino che perde??!”
“Si, infatti ci sarebbe da chiamare un idraulico…”
“Ma che idraulico, che ci vuole?!”
Questa sbarella proprio.
Mi attacca, ma, al contempo, si confida, dicendomi quanto la faccia stare bene il tipo che frequenta adesso.
Non so quanto resisterò.
Una mattina, arrivo e non la trovo a casa. Gaetano, in lacrime, mi dice che se n’è andata dalla madre (un classico).
Io non sono un assistente sociale, non so proprio che pesci prendere; cerco di consolare Gaetano, ma con scarsi risultati.
A fine luglio si trasferisce alla casa al mare.
Mai più rivisti.
Soundtrack: