Il potere della parola e della condivisione per i momenti di crisi. Intervista a Nello Cassese
In un momento storico in cui la cultura e l’inclusione diventano strumenti fondamentali per affrontare le difficoltà della vita, il progetto Evasioni Letterarie di Nello Cassese apre nuove prospettive sul potere della lettura. Con il suo libro “Rompere in caso di emergenza”, Cassese porta avanti una missione unica: far arrivare le sue parole e la sua storia in scuole, carceri e case famiglia, luoghi dove la lettura può diventare un’ancora di salvezza, un mezzo per condividere esperienze e trovare nuove prospettive.
In questa intervista esclusiva, l’autore ci racconta cosa lo ha spinto a creare questo progetto, il significato che attribuisce alla lettura come strumento di evasione e l’impatto che spera di generare nelle comunità coinvolte.
Nello, il tuo libro “Rompere in caso di emergenza” affronta temi complessi e profondi. Cosa ti ha ispirato a scriverlo e quali esperienze personali hai riversato in queste pagine?
Dall’amore. Ma non fatevi ingannare. Questo non è un libro d’amore. Parte tutto da lì perché, in effetti, ogni creazione nasce da questo. Nel mio caso quello per una ragazza, ma non è necessariamente sempre l’amore per una donna che fa nascere qualcosa di nuovo. L’amore per la famiglia, per gli amici, per il lavoro, per la propria terra. C’è tutto, e forse niente. Perché probabilmente tendiamo ad abusare della parola “amore” e neanche ne conosciamo il significato. Questo e tanto altro della mia vita c’è in questo libro. Lavoro, amore, amicizia, famiglia. La normalità della vita.
Il progetto Evasioni Letterarie mira a portare il tuo libro in luoghi come scuole, carceri e case famiglia. Cosa ti ha spinto a voler condividere il tuo lavoro con queste comunità specifiche?
Ho sempre detto che questo libro è mio di nome ma non nel contenuto. La mia storia e le mie esperienze sono null’altro che uno scenario che, in un modo o nell’altro, appartiene a chiunque. Durante la stesura di questo libro ho pensato sempre che mi avrebbe fatto piacere che chi lo leggeva potesse dire “anche a me è capitato”, “anche io mi sono sentito così”. La letteratura ci rende tutti meno soli. E allora, quale luogo più meritevole di compagnia se non un istituto carcerario? Quale luogo più meritevole di sollievo se non una struttura sanitaria? Ecco l’uso che voglio fare della letteratura, del mio libro.
La lettura, in molte situazioni difficili, può diventare una via di fuga o uno strumento di crescita. Quali pensi possano essere i benefici della lettura per chi si trova in contesti di emarginazione o isolamento?
Sembra un paradosso parlare di fuga in contesti in cui la libertà e i movimenti sono appiattiti. Eppure proprio in questi contesti si può immaginare una metaforica fuga, proprio quella offerta dalla letteratura. Può sembrare una magra consolazione, però secondo me è una opzione su cui puntare seriamente.
Che tipo di reazioni o riscontri ti aspetti da parte dei lettori che riceveranno il tuo libro attraverso questo progetto?
Il progetto è partito a ridosso del primo anniversario del mio libro ed ha ottenuto subito l’interessamento di un primo donatore, l’artigiana Melania Geltrude con il suo brand Soft Bijoux, che ringrazio di cuore, che ha voluto donare 5 libri ai ragazzi del carcere minorile di Nisida. Spero che in tanti seguano il suo esempio perché è un progetto a cui, moralmente, tengo molto.
Nel tuo percorso come autore, hai mai vissuto momenti in cui la lettura ti ha aiutato a superare delle difficoltà personali? In che modo pensi che i lettori possano identificarsi con le storie di “Rompere in caso di emergenza”?
La letteratura è utilissima come compagnia e sollievo ma, a parer mio, anche se sono di parte, ritengo che la reale medicina in tempi di crisi sia la scrittura. Che sia nelle note di un telefono o sulle pagine di un diario, scrivere aiuta tantissimo a curare i malanni dell’animo. Ho potuto confrontarmi con diversi miei lettori che hanno raccontato di come spesso si fossero trovati a scrivere i loro pensieri e di come si fossero sentiti meglio.
Come credi che il tuo libro possa contribuire alla creazione di dialogo e condivisione di esperienze nelle scuole, nelle carceri o nelle case famiglia?
Nel mio libro racconto luce e oscurità della vita. È un racconto di una persona giovane, come lo sono loro. È un racconto che normalizza le crisi e i problemi e che dà sempre speranza di trovare un domani migliore. Mi piace pensare che la vita si debba affrontare con leggerezza, che è molto diverso dalla superficialità. Essere leggeri significa vedere luce anche quando tutti vedono il buio e pensare che ci sarà sempre una via d’uscita.
Quanto pensi sia importante, oggi, portare la cultura e la letteratura in contesti meno privilegiati? E come credi che la società possa fare di più in questa direzione?
Oggi la cultura e la letteratura sono fondamentali, soprattutto per i giovani che spesso hanno modelli educativi e stimoli sbagliati. Crescere con la cultura non è da sfigati, anzi è un grande atto di maturità. Bisogna puntare sempre sulla cultura, anche e soprattutto nei contesti in cui si crede che ci sia bisogno di cose molto più materiali.
Hai in programma incontri o eventi legati al progetto Evasioni Letterarie per conoscere direttamente i tuoi lettori in queste comunità?
Con i partner del progetto stiamo lavorando ad un percorso di condivisione più pervasivo. Per ora, in questa fase di avvio, è fondamentale il passaparola. L’impegno economico è davvero irrisorio ma il beneficio culturale e sociale secondo me è molto elevato.
Il titolo del tuo libro, “Rompere in caso di emergenza”, evoca una situazione critica. Cosa speri che i lettori trovino aprendo questa “scatola di emergenza” fatta di parole e riflessioni?
Aprendo questo kit di emergenza spero che i lettori trovino davvero le istruzioni d’uso per i momenti di crisi. Le parole spesso non servono ma i fatti e gli esempi di vita possono, a volte, essere davvero convincenti e offrire soluzioni concrete.
Guardando al futuro, ci sono altri progetti simili a Evasioni Letterarie che vorresti sviluppare per continuare a promuovere la lettura come strumento di liberazione e consapevolezza?
Vorrei produrre qualche progetto che unisca arte e musica. Soprattutto quest’ultima, in special modo lontano dai grandi palcoscenici, può creare connessioni ed emozioni oltre ogni limite. Può essere praticamente inserita in ogni progetto. Le idee ci sono, mi auguro di poter concretizzare qualcosa di bello quanto prima.