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Ruggiero Mascellino: “Cinematic Chanson è un film senza immagini”

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare il fisarmonicista Ruggiero Mascellino in occasione dell’uscita di “Valse Sicilienne”, che anticipa il disco “Cinematic Chanson” diretto da Gaetano Randazzo, che ha ideato e prodotto un concerto per solista e orchestra esaltando il modo di suonare della sua fisarmonica.

Il 20 luglio 2024 ti sei esibito alla Sala Grande del Teatro Massimo di Palermo con l’Orchestra del Teatro Massimo, diretta da Keren Kagarlitsky. Raccontaci le emozioni di quella serata?

Gli spettatori hanno percorso un viaggio unico ed intenso, dove le note della fisarmonica e le armonie pensate da Gaetano, ed interpretate dall’orchestra guidata dalle mani di Keren, hanno lasciato nell’aria un’estasi unica, grazie anche allo scenario magnifico del teatro. Pura emozione per tutti noi.

Tra i brani eseguiti hai presentato anche “Valse Sicilienne”, un omaggio a Gino Marinuzzi. Puoi raccontarci qualcosa di più su questo brano?

Fortemente appassionato delle mie radici artistiche ed umane, mi incuriosisce molto guardare ciò che mi sta vicino prima di guardare altrove.

Palermo, la mia città ha una grande tradizione direttoriale e compositiva, basti pensare a personalità come Franco Ferrara, Gino Marinuzzi. C’è già un mondo e il resto è pieno di creatività e innovazione.

Gino Marinuzzi, grandissimo direttore d’orchestra e compositore, ha una creatività musicale i cui contenuti sono già cinematografici per combinazione di note, temi, armonie, climax e tanto altro. Muore nel ’45 e, anche se il cinema è una realtà già forte, la sua attività direttoriale e compositiva lo tiene molto impegnato; cosa diversa per il figlio Gino Marinuzzi jr., che per il cinema scrive tanto, e fonda pure un centro di musica elettronica assai importante. Gino Marinuzzi sr. ha una produzione straordinaria per orchestra e non nasconde la sua tradizione isolana elevando a livelli straordinari la semplicità di certi temi e odori della nostra terra comune.

Il disco “Cinematic Chanson”, diretto da Gaetano Randazzo, esalta il modo di suonare la fisarmonica. Come descriveresti il tuo approccio alla fisarmonica e cosa ti distingue come musicista in questo progetto?

È sicuramente tra i progetti più importanti del mio essere fisarmonicista. Ho utilizzato lo strumento in vari generi e tutte le situazioni possibili ed immaginabili, ma in questo caso lo strumento è trattato in maniera diversa, ha un ruolo centrale e solistico, che esalta il modo di suonare la fisarmonica e lascia emergere nuove sonorità e suggestioni.

L’esecuzione di “Valse Sicilienne” al concerto anticipa l’uscita del disco “Cinematic Chanson”. Quali sono le tue aspettative per questo progetto discografico e come pensi che verrà accolto dal pubblico?

È come vedere un film senza schermo, con la sola forza delle combinazioni tematiche ed armoniche di otto brani cinematografici, che offrono esperienze sensoriali non visive, alternando musica originale e arrangiamenti unici. Di conseguenza la mia aspirazione è quella di girare i teatri, soprattutto europei, perché tale programma appartiene al repertorio contemporaneo e dei nuovi linguaggi.

Hai collaborato con numerosi artisti e partecipato a vari progetti, dal teatro alle colonne sonore per film e serie TV. Qual è stata l’esperienza più significativa della tua carriera fino ad oggi e perché?

Tutte le esperienze sono state importanti, formative e uniche, direi. Tra le più rappresentative metterei il concerto con Sting a Palermo, la partecipazione al Festival di Sanremo come autore e musicista e la registrazione a Praga di “Cinematic Chanson” con una delle più importanti orchestre europee.

La tua carriera ti ha visto partecipare a progetti prestigiosi, come il concerto con Sting e le collaborazioni con artisti come Franco Battiato e Nicola Piovani. Quali sono i prossimi obiettivi che ti sei prefissato e con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?

Come dicevo precedentemente, portare in giro questo progetto e sbarcare in America, dove già sono con la discografia, per portare questa innovazione e soprattutto per sdoganare la fisarmonica, laddove ha un ruolo importante soltanto nel jazz e nella musica popolare.

Infine, qual è il consiglio che daresti ai giovani musicisti che aspirano a una carriera versatile come la tua?

Il mio consiglio è quello di essere umili e seri nello stesso tempo, studiare, perché è lo studio che valorizza il talento, ed ascoltare tutti i generi musicali, perché aprono scenari ed orizzonti nuovi.

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