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La verità non conta. Intervista allo scrittore Alessandro Quadri di Cardano

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Alessandro Quadri di Cardano, classe 1980, figlio di padre italiano e madre belga, cresce in un vivace ambiente multiculturale e si laurea all’Università di Bologna in “Scienze internazionali e diplomatiche”; ha collaborato con il MAE -Ministero degli Affari Esteri italiano, e vive e lavora tra il Belgio, la Spagna e l’Italia.

Da sempre appassionato di lettura e scrittura, pubblica nel 2022 dopo il COVID il suo primo romanzo “La verità non conta”, un bellissimo mix di romanzo giallo, inchiesta giornalistica e storia familiare.

Buongiorno Alessandro è un piacere oggi chiacchierare con te; anzitutto raccontami in sintesi la trama del tuo avvincente romanzo.

Un noto gioielliere milanese, Emilio Altieri, rientrando a casa prima del solito, trova sua moglie Stefania Martini imbavagliata e legata al letto coniugale, mentre uno sconosciuto la sta apparentemente violentando.
L’imprenditore non ci pensa due volte, estrae la pistola e fredda il presunto aggressore.
Ma al momento di liberare Stefania le cose si complicano perché scopre che il morto è in realtà l’amante della moglie: la questione se l’omicidio sia avvenuto per vendetta o per una tragica fatalità arriva al processo, scatenando i media e dividendo l’opinione pubblica italiana.

A cercare di fare chiarezza su quanto realmente accaduto sarà alcuni anni più tardi Luca, il figlio di Emilio e Stefania -aspirante giornalista – che, una volta cresciuto e messo al corrente di quanto avvenuto 12 anni prima, si dedica ad intervistare diversi testimoni chiave della vicenda, nel tentativo di ricomporre la complessa catena di eventi che portarono suo padre a commettere l’omicidio.
Ma la verità si rivelerà sfuggente e soggettiva, in questo romanzo in cui nulla è come appare a prima vista.

Alessandro Quadri di Cardano
Alessandro Quadri di Cardano

Il giornalismo investigativo è un argomento molto interessante: come ti sei documentato sulla materia, che affronti con dovizia di particolari e conosci – lo si capisce – approfonditamente?

Il giornalismo mi ha sempre affascinato, tanto che ai tempi dell’università ho seriamente pensato di farne la mia professione. All’epoca in cui facevo i miei studi a Forlì, dove c’è una sede distaccata dell’Università di Bologna, collaboravo con una testata locale che si chiamava “La voce di Romagna”, che mi propose anche l’assunzione; ma io decisi che volevo tentare una carriera internazionale e feci tutt’altro, anche se l’amore per il giornalismo, specialmente quello d’inchiesta, non mi ha mai abbandonato. 

Sono quindi anni che leggo molte testate, specie internazionali, e che mi documento sulla questione. 

Cosa fai, oltre a scrivere, nella vita? chi è Alessandro quando non scrive e come mai ti trovi e vivi all’estero?

Come dice la mia biografia sul sito www.thrillerlife.it, sono un grigio funzionario di giorno e uno scrittore sognatore di notte. Infatti lavoro da diversi anni per le Istituzioni Europee: dal 2017 la mia base è in Spagna, ad Alicante, nella bellissima Comunità Valenziana – precedentemente ho passato oltre 10 anni a Bruxelles. Durante la mia carriera mi sono occupato principalmente di questioni finanziarie, appalti e sovvenzioni, ma l’amore per la letteratura e la scrittura non mi ha mai abbandonato.

Quando il Covid ha obbligato il mondo a fermarsi e a chiudersi in casa ne ho approfittato per spolverare il mio grande sogno nel cassetto e scrivere questo romanzo: era da 15 anni che non scrivevo nulla e ho scoperto che mi mancava terribilmente.
Da allora non ho più smesso.

Oltre a scrivere leggo moltissimo e condivido le mie letture sui social, specialmente Instagram; faccio anche parte del Consiglio di Amministrazione del sito internet www.thrillerlife.it per il quale, oltre a recensire libri, mi occupo della gestione delle risorse umane.

Da chi hai preso spunto per la costruzione dei personaggi del tuo romanzo?  C’è nel romanzo un personaggio che “ti assomiglia”?

Ritengo che tutti gli scrittori prendano spunto dal mondo che li circonda, e credo che questo sia ancor più vero per una prima opera.
Come dicevo, quando ero studente universitario sognavo di diventare giornalista: in questo, Luca assomiglia molto a come ero io alla sua età, anche se ovviamente ho poi aggiunto tanti elementi diversi.
Ma in lui ritrovo quell’anima sognatrice, quei grandi ideali, quel non voler scendere mai a compromessi che è tipico della gioventù.
Per altri aspetti, in un certo momento della vita mi sono trovato vicino a Emilio, al suo essere attanagliato tra amore e senso del dovere, tra carriera e vita privata.
Penso che tanto il figlio quanto il padre rispecchino delle fasi della vita, e che ciascuno dei lettori si potrà immedesimare, in parte, in loro.

Quali progetti e programmi hai per il futuro? stai scrivendo altro? 

Ho scritto un secondo romanzo che sto attualmente finalizzando e per il quale sono in trattative con diverse Case Editrici, anche di rilievo: spero che veda la luce nel primo trimestre dell’anno prossimo.
Si tratta di un bel thriller ambientato a New York, con un protagonista a cui mi sono molto affezionato; è un libro a cui tengo particolarmente e sono veramente felice di come le cose stiano prendendo forma. 
Sono poi a metà di un terzo romanzo, molto avvincente – questa volta ambientato in Italia, in Puglia: un progetto interessante perché è il mio primo vero giallo italiano, in cui le indagini avvengono seguendo la procedura vigente nel nostro paese. 

Poi ho altre 4-5 idee in testa, devo solo trovare un momento per dedicarmici … 

Insomma: progetti tanti, tempo poco, ma lavoro con passione.

Ti lascio alla stesura dei tuoi romanzi, che spero di avere l’occasione di leggere in futuro, così come di incontrarti personalmente quando verrai in Italia.
Ti ringrazio per la tua disponibilità e simpatia e per il tempo che mi hai dedicato, a presto risentirci

Federica Cervini

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