La memoria del nemico. Quattro chiacchiere con il medico e scrittore Arnaldo D’Amico
Ho il piacere di chiacchierare con Arnaldo D’Amico, medico clinico, ricercatore e giornalista scientifico di La Repubblica.
Arnaldo buongiorno come stai? Hai recentemente pubblicato per Il Saggiatore “La memoria del nemico”, che ho appena terminato di leggere e che è stato altrove così presentato: “affronto la lettura di un saggio di storia della medicina e mi ritrovo a leggere un romanzo”.
Vuoi riassumermi brevemente la trama del tuo libro?
L’indagine scientifica e quella poliziesca hanno molto in comune, già a partire da ciò che le mette in moto: il mistero.
Chi è la vittima? Chi l’assassino? Perché? sono le domande che la scena del delitto pone al detective.
“Questa pestilenza non colpisce chi è guarito – perché?” si domandava Tucidide durante la peste di Atene.
“E’ l’avvistamento della memoria che il corpo conserva del nemico sconfitto”.
Era il 430 avanti Cristo; la risposta definitiva a quel perché è arrivata alla fine dell’800, oltre duemila anni dopo.
Come mai ci è voluto tutto questo tempo?
Ecco Federica ciò che racconto nel mio libro.
Parlare di sistema immunitario spiegandolo ai “non addetti ai lavori” in un romanzo di avventura è veramente una buona idea – perché hai voluto scrivere questo libro?
Il romanzo d’avventura non era l’obbiettivo, è venuto fuori da solo.
In fondo, un’indagine è sempre un’avventura: che sia la caccia all’assassino, la ricerca di nuove terre e civiltà, capire cosa c’è nell’infinitamente piccolo o nell’infinitamente grande, come funziona la natura di cui il nostro corpo è espressione, sono tutti viaggi verso l’ignoto. E dopo tanti anni passati a raccontare cosa c’è quando si approda all’ignoto, ovvero le scoperte scientifiche, mi sono voluto togliere la soddisfazione di ripercorrere e raccontare l’avventura per arrivarci.
Parafrasando poeti vari: più che sulla meta, mi sono concentrato sul viaggio.
Nella “Memoria del nemico” tocchi temi di natura sociale, economica e politica – quali sono stati gli scogli da superare per arrivare alla scoperta del sistema immunitario?
Era inevitabile dare conto di quei temi: il ricercatore non vive chiuso nel suo laboratorio e, come tutti, deve fare i conti con cosa succede intorno. Lo stesso per ciò che scopre.
La maggior parte delle volte va contro il pensiero dominante e qli interessi economici consolidati: ogni epoca solleva barricate, denigra, a volte perseguita scoperte e scopritori a seconda della cultura e degli interessi commerciali del periodo.
Uno scoglio poderoso è stata la fiducia cieca nella medicina classica di Ippocrate, Galeno, Celso, seguita pedissequamente senza mai sottoporla a verifica.
I primi che l’hanno fatto, svelando errori drammatici – sono costati milioni di vittime – sono stati ignorati o perseguitati. Un altro scoglio: la scoperta che il «nemico», i microbi, passano da uomo a uomo, una nuova conoscenza che frenava il commercio.
Quale è oggi la malattia infettiva più pericolosa per gli uomini? E che cosa ci puoi dire della relazione sistema immunitario – COVID?
Ti rispondo che la reazione immunitaria spesso fa più danni dei microbi: è noto da tempo per tante infezioni e con meccanismi simili, non solo nel Covid – che ci ha anche ricordato quanto sia pericoloso il «nemico» nuovo, a cui abbiamo spalancato le porte della società, contro il quale non abbiamo né immunità di popolazione come contro le vecchie infezioni, né le conoscenze per contrastarlo.
So che sei impegnato su e giù per l’Italia per presentare il tuo romanzo – quali le prossime tappe dove possiamo raggiungerti per ascoltarti e conoscerti, e quali i tuoi progetti per il futuro? Hai in programma di scrivere ancora?
La prossima tappa sarà il 27 Luglio a Petriolo, delizioso borgo medioevale in provincia di Macerata: appuntamento alle 18,30 nella piazza principale con vista sulla valle, seduti ai tavolini del Bar Centrale e, per chi vuole, aperitivo e cena.
Per Ottobre sto valutando seminari e lezioni in varie Università. Al momento non ho in progetto altri libri … ma se incappo, come è stato per questo, in altri fatti sorprendenti, potrei rimettermi in viaggio.
Grazie Arnaldo per la tua disponibilità ed il tempo che mi hai dedicato: il viaggio che ho intrapreso leggendo il tuo libro è stato affascinante ed istruttivo. A presto risentirci e buona estate a te
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