Vaia Wood: Fare impresa e generare benefici per l’ecosistema
Intervista ai giovani fondatori della start up Vaia Wood capace di ridare speranza alla Val di Fiemme dopo la tempesta Vaia del 2018 con la ripiantumazione dei primi cinquecento alberi.
L’amore degli abitanti della Val di Fiemme per il loro territorio, l’impegno di tante associazioni e l’entusiasmo di giovani imprenditori brillanti possono far nascere speranza da tanta distruzione. Vaia Wood ne è un esempio e la speranza che avevamo già annunciato qui ha messo le prime radici. Infatti venerdì 22 maggio in Val di Fiemme si è conclusa la prima ripiantumazione di cinquecento abeti e larici nella zona distrutta dalla tempesta Vaia. Ma andiamo con ordine.
Cos’è Vaia?
La Val di Fiemme nel 2018 fu colpita dalla terribile tempesta Vaia, i cui venti si abbatterono a oltre duecento km/h su cinquecento comuni della valle e distrussero intere foreste (si stimano circa 42 milioni di alberi abbattuti). Un’area grande quanto settanta campi da calcio.
Una calamità di tali proporzioni non può non avere un impatto significato nell’ecosistema. Infatti con l’abbattimenti di un numero così grande di alberi si è provocato un notevole aumento del rischio connesso al dissesto idrogeologico. L’impatto sull’economia locale è stato poi inevitabile a causa del il collasso del prezzo del legname dovuto alla saturazione del mercato e infine sul turismo.
Vaia Wood
Da questa tragedia ambientale, umana ed economica nasce il progetto della Start up VAIA Wood, una giovane azienda creata da 3 imprenditori Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, giovani under 30 inseriti nella prestigiosa classifica dei 100 giovani leader del futuro di Forbes Italia per il 2020 nel settore “impresa sociale”. I tre hanno cercato di coinvolgere istituzioni e associazioni attraverso un progetto semplice. Finanziare la ripiantumazione dei nuovi alberi partendo dal legno reso disponibile a causa del disastro. In convergenza con gli artigiani locali nasce quindi Vaia Cube un prodotto di arredo e design fatto con legno pregiato usato solitamente per fabbricare violini.
Vaia Cube
Vaia Cube è un supporto per smartphone ed estensore naturale di suono, fatto in legno, le cui vendite si contribuiscono alla ripiantumazione degli alberi caduti. Vaia Wood si è fissata l’obiettivo di procedere con la messa a dimora di 7 mila alberi, tanti quanti sono i Vaia Cube venduti al momento
In occasione della ripiantumazione dei primi 500 alberi abbiamo intervistato Federico, Paolo e Giuseppe fondatori della giovane start up per approfondire questo tema e cercare di capire meglio il loro progetto.
Come nasce Vaia Wood e come vi sentite inseriti nella lista di Forbes?
VAIA nasce dalla volontà di rispondere positivamente a una catastrofe climatica, catastrofi che ormai sono destinate a ripetersi con una maggiore frequenza a causa dei cambiamenti climatici. Rialzarsi e ritrovare la forza di ricostruire è una caratteristica tipica di noi italiani e VAIA vuole incarnare la nostra voglia di reinventarsi. Essere su Forbes poi, È un’emozione strana, difficile da spiegare. Il primo pensiero va a tutte le notti insonni spese a lavorare e capisci che ne è valsa la pena, crederci fino in fondo. È sicuramente un onore per noi essere menzionati da Forbes tra i “cento giovani leader del futuro”, per il team e per le persone che hanno visto nascere il nostro progetto. D’altro canto, siamo anche investiti di una grande responsabilità: portare avanti un modello originale e innovativo di impresa sociale. E noi ci impegneremo giorno dopo giorno per essere all’altezza delle aspettative e delle speranze che ci sono state affidate.
Da un’idea semplice un significato importante, Come nasce la collaborazione con wow nature?
Wow Nature è una iniziativa gestita da Etifor, spin-off della Università degli studi di Padova. La collaborazione con Etifor nasce perché era di fondamentale importanza per noi garantire la massima trasparenza in tutte le fasi relative alla ripiantumazione. Etifor infatti non si limita a piantare l’albero: ripulisce il suolo, geolocalizza la pianta, ne monitora lo stato di salute perché cresca rigogliosa secondo gli standard internazionali FSC Italia. Inoltre, ogni albero piantato rappresenta un miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo, grazie all’abbattimento certificato della CO2 e del PM10.
Quanto è complicato in Italia creare una start up come la vostra?
Le leggi non agevolano la formazione delle startup e accedere ai bandi per l’accesso a fondi pubblici è alquanto difficoltoso. Per di più la nostra è una piccola startup, perciò quando scoppia un problema grave come l’emergenza Covid-19, il rischio di fallimento è sempre alle porte. La paura principale è non avere sufficienti risorse per continuare la nostra attività. D’altro canto, la storia di VAIA ci insegna che da un cambiamento devastante, bisogna avere il coraggio di ricominciare e trovare strade nuove. Cadere, rialzarsi e reinventarsi fa parte dell’essere umano. VAIA rappresenta anche questo messaggio: non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà, ma continuare verso la meta trasformando le stesse in occasioni di riscatto.
Come si ricostruisce un bosco dopo una tempesta?
Per la messa a dimora degli alberi più che le parole qui contano le immagini e in questo video potete vederlo.
https://www.youtube.com/watch?v=0sX4rHqJmvw
(Video realizzato da Giulia Lenzi)
Come riuscire a fare business su un evento catastrofico rendendolo accettabile e sostenibile soprattutto, da un punto di economico?
Noi crediamo che i futuri modelli di business debbano confrontarsi con la società, il territorio e l’ambiente. Fare impresa secondo noi significa generare benefici per tutto l’ecosistema, trovando una risposta concreta a un problema. In questo VAIA si distingue come un’impresa unica nel suo genere. Il nostro è un business sostenibile dalla A alla Z: recuperiamo e valorizziamo una materia prima che altrimenti andrebbe dispersa, coinvolgiamo artigiani locali e ripiantiamo alberi in zone devastate dalla tempesta Vaia. Tutto questo è sostenibile nella misura in cui le persone decidono di scegliere il nostro VAIA Cube come un oggetto che incarna tutti questi valori.
Il 22 maggio è finalmente iniziata la ripiantumazione dei primi 500 alberi, quali saranno le tappe che dovranno portare poi all’obiettivo del 2021 di 50 mila di alberi?
Ogni volta che verrà raggiunto un obiettivo di vendita prestabilito, visibile da tutti sul sito Vaia Wood organizzeremo una piantatura di alberi in un luogo a rischio idrogeologico, in collaborazione con Etifor e con enti comunali, come nel caso della Magnifica Comunità di Fiemme. Dopodiché, fisseremo un altro obiettivo e un’altra zona in cui intervenire. Questo ci consente di definire insieme obiettivi chiari e trasparenti, nel pieno rispetto dei nostri collaboratori, degli stakeholder e soprattutto dei nostri Vaier.
Avete altri progetti in cantiere?
Sì, ce ne sono diversi, perché crediamo che il nostro modello di business sia applicabile a tanti altri contesti, dai cataclismi climatici agli sprechi di risorse naturali. La nostra mission rimane sempre restituire una dignità, una seconda vita a quelle materie prime ritenute, per vari motivi, “inadoperabili”. Però, nei prossimi mesi la nostra priorità sarà il recupero del legno caduto nelle Dolomiti, poiché c’è tanto da fare e noi intendiamo lavorare con impegno, risolutezza e focus sul territorio.
Si sente spesso dire, da sopravvissuti a grandi catastrofi naturali, che dopo l’evento drammatico quello che lascia stupefatti è il silenzio agghiacciante che ne segue. I ragazzi di Vaia sono riusciti con il loro Vaia Cube a ridare un suono e nuova vita a un’ecosistema ferito da quel silenzio e a contribuire per una nuova rinascita della foresta.
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