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Intervista al cantautore Niccolò Battisti

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Quattro chiacchiere con Niccolò Battisti che ci racconta il suo nuovo album Frutti del Sistema e il singolo estratto Bacco, perbacco e Venere

Perché Bacco, perbacco e Venere? Cosa rappresenta per te.
Ho scelto di intitolare la canzone “Bacco, perbacco e Venere” per fare esplicito riferimento all’antico proverbio “Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere”. La sostituzione di “tabacco” con “perbacco” è dovuta al fatto che nel testo non sono contenuti riferimenti al tabagismo in particolare. Personalmente credo che il vizio, inteso come dipendenza da qualcosa, sia sempre stato familiare al genere umano; come testimoniano gli antichi proverbi popolari.

Quanto la Musica influisce sulla tua vita e viceversa.
Ammetto che tutta la mia vita è stata all’insegna della musica, o quanto meno in compagnia della musica. Non saprei vivere altrimenti. Premesso che per musica non indento solo il suono ma anche le parole. Le canzoni mi hanno sempre accompagnato nella mia vita, mi hanno dato conforto, energia, ispirazione e spunti di riflessione continui. Grazie alla musica sono riuscito a superare i momenti più drammatici della mia vita e sempre grazie alla musica riesco a raccontarmi e ad esprimermi agli altri. Forse riuscirò anche a lavorare grazie alla musica! E non aggiungo altro. 

“Frutti del sistema” è un EP di 6 brani. Cosa accomuna tutto il progetto?
Sicuramente il tema del sociale, del rapporto fra gli individui e la comunità. Ma se devo individuare un filo conduttore fra tutte le canzoni quello sicuramente sono io. Ogni canzone di fatto è un pretesto per esprimermi, per mettermi nei panni di un personaggio (come nella “Stanchezza dell’eroe” ad esempio) o di una circostanza (come nel caso di “Bacco, perbacco e Venere”); sono tutti dei pretesti per raccontare qualcosa che ho vissuto personalmente. “Frutti del sistema” alla fine è diventato il titolo dell’EP perché ho pensato che quel brano potesse in qualche modo rappresentare tutti gli altri.

Quale tra queste canzoni ti rappresenta di più e perché.
Al momento credo “Sole Nero (la crisi esistenziale di Re Luigi XV di Francia)”. Non saprei dire il perché; forse perché mi rispecchio facilmente nel protagonista. (Ride)

Quando hai scritto la tua prima canzone?
La mia prima canzone l’ho scritta a 14 anni. Si intitolava “Questione Quotidiana”. Non è mai stata pubblicata e probabilmente mai lo sarà.

Due aggettivi per ogni brano:

  • “Frutti del sistema”, tristemente vera e ironica.
  • “Sole Nero (la crisi esistenziale di Re Luigi XV di Francia)”, semplice e concisa.
  • “La stanchezza dell’eroe”, epica e universale.
  • “Vaga_mente (lo sconfinato abisso del pensiero di Giacomo)”, eterna e attuale.
  • “Bacco, perbacco e Venere”, elettrica e dionisiaca.
  • “Il bianco e il nero (dialogo fra le due parti di un amore qualsiasi)”, semplicemente bianca e nera. (ride)

Come stai vivendo questo periodo molto particolare? La Musica ti aiuta?

Lo sto vivendo nell’incertezza, nel dubbio e nella speranza; come credo anche molte altre persone. Sì assolutamente! La musica mi allevia il malessere, ho scritto già due canzoni nuove durante questi due mesi di quarantena e sono molto felice di questo. Suono molto la chitarra in questo periodo, mi faccio compagnia da solo con le mie canzoni e quelle degli altri. Per fortuna c’è anche la mia famiglia insieme a me oltre alla musica.

Ascolta il disco su Spotify

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