L’amore, la speranza e la positività sono gli ingredienti del nuovo album di Franco Ricciardi
Abbiamo incontrato Franco Ricciardi dinanzi ad un caffè al Caffè Vanvitelli a Piazza Carlo III di Napoli e, attraverso le sue parole, siamo stati in grado di capire chi sia realmente l’artista partenopeo che da 30 anni fa battere il cuore di numerosi fan.
«Non voglio essere il primo, non mi interessa essere il primo della classe, perché una volta che sei primo è difficile trovare stimoli per migliorare ancora di più la tua posizione.»
Questa una frase che descrive più da vicino il nostro artista, per altri dettagli non vi resta che continuare a leggere la nostra intervista.
Come mai hai deciso di cantare un album interamente in napoletano?
Sentivo dentro di me che avrei dovuto farlo e fortunatamente sono un’artista libero a 360 gradi grazie anche alla mia etichetta (Universal Music Italia). Ho deciso di cantare l’album interamente in napoletano perché ci sono delle cose che in napoletano hanno un sapore diverso. Napoli per me ha una marcia in più, sia per quanto riguarda l’aspetto musicale, sia per quanto riguarda il modo di esprimersi vero e proprio. Ci sono delle cose infatti che sono così profonde che se dette in un altro modo perdono efficacia ed immediatezza.
Blu di solito è un colore associato alla tristezza, come mai hai deciso quindi di chiamare così il tuo album, nonostante ci siano comunque all’interno dei messaggi positivi?
Personalmente il blu l’ho sempre associato ad un colore che è sempre presente ovunque si guardi. Blu è il mare, blu è il cielo, blu è la mia città, blu è il momento in cui compongo, perché quando iniziai a dedicarmi alla creazione del disco, la maggior parte del lavoro avviene di notte e di notte diventa tutto blu, è un blu che mi porta a pensare. Posso dire che questo disco è un po’ intimista per quanto riguarda i testi delle canzoni, ho deciso di guardarmi dentro, un po’ come ha fatto Picasso nel suo periodo blu, il periodo più introspettivo del grande artista.
A quale traccia sei particolarmente legato?
A tutte! Considero le 13 tracce come 13 figli, non faccio distinzioni. Ogni traccia ha una sua bellezza, un suo perché, per me hanno lo stesso valore.
La disposizione delle tracce nell’album segue un ordine ben preciso?
In realtà sono disposte più per una questione di bpm e di altri fattori relativi alla musicalità di ogni traccia, non sono assolutamente disposti in ordine di importanza.
Come mai hai deciso di fondere più generi musicali come EDM, elettronica, musica urban e rock?
Non ho mai seguito un unico genere musicale, ma ho sempre creato qualcosa che mi emozionasse. Ho cercato quindi di mantenere una mia libertà anche nella scelta dei suoni. Inoltre sono molto curioso e proprio questa curiosità mi porta a sperimentare nuove cose. Sono in continua evoluzione perché il cambiamento mi emoziona. Non faccio musica per farla piacere al pubblico, perché la gente deve capire quello che sei veramente, senza fronzoli. Il pubblico merita soltanto la verità, pertanto io cerco di essere assolutamente sincero in ogni mio lavoro.
Nel tuo album fai riferimento più volte all’amore. Se dovessi descriverlo con un termine quale useresti?
L’amore è vita. Mi riferisco ovviamente all’amore a 360 gradi, quindi può essere l’amore per un’altra persona o anche l’amore per la vita o per la propria città. Una vita senza amore sarebbe tremendamente triste.
Nel tuo album alterni tracce in cui fai riferimento ad avvenimenti negativi e tracce in cui ti riferisci invece ad avvenimenti positivi. Quanto è importante per te restare positivi nelle difficoltà?
La positività deve accompagnarti ad ogni passo che fai. Io penso che la positività dipenda anche da noi perché noi siamo il positivo e il negativo di noi stessi. Io sono una persona assolutamente positiva, se dovesse esserci qualcosa di negativo cerco di allontanarlo. Se noi pensiamo positivo, ciò che ci accadrà intorno sarà positivo. La maggior parte dei messaggi che ho voluto trasmettere nell’album sono messaggi di speranza, io cerco di diffondere la positività perché la musica deve essere un momento di serenità.
La musica non può indurre a violenza o a cose negative perché siamo già oppressi da negatività. Nei miei testi non c’è nulla di assolutamente negativo, molte volte ritorna il sole, ritorna la speranza. È questo il messaggio che voglio trasmettere: stare bene anche nelle difficoltà e riuscire a vedere il lato positivo anche nelle situazioni che almeno all’inizio di positivo non hanno assolutamente nulla. Tuttavia io non mi sento un maestro, nella vita voglio essere l’eterno alunno perché mi piace imparare qualcosa da ogni mia esperienza.
Quindi non ti vedremo mai in un talent show come insegnante per dei futuri cantanti?
No, non credo proprio. Perché quando sei insegnante devi dare un giudizio e questa è una cosa che mi imbarazza.
Cosa pensi degli attacchi che ci sono stati tra Francesco Gabbani e i The Giornalisti contro Manuel Agnelli? Perché c’è questa faida interna tra gli artisti?
Non ho seguito molto questa cosa, ma sono del parere che la musica debba essere unione e aggregazione. Nel mio caso ho sempre duettato con altri artisti, per me casa mia è casa di tutti e la musica deve essere questo. La musica deve coinvolgere la gente, è un dovere verso le nuove generazioni.
Io sono attento a tutto, anche perché fortunatamente, nonostante sono anni che faccio musica, mi seguono anche ragazzini, quindi sono riuscito ad unire più generazioni. La musica affascina molto i giovani e noi artisti abbiamo la responsabilità di trasferire a loro qualcosa di positivo in primis, ma anche messaggi che vanno a braccetto con l’attualità, come l’omofobia, la violenza sulle donne, solo per fare qualche esempio.
Come bisogna comportarsi secondo te quando ti trovi a che fare con un cantante giovane che non ha rispetto magari delle vecchie generazioni di artisti che bene o male hanno fatto la storia della musica?
Il tempo darà a chiunque le proprie ragioni. Ogni artista non deve dare subito le sue risposte, sarà il tempo a darle. Quel che conta per un artista è raccogliere i frutti di ciò che ha seminato, se ha fatto cose belle allora avrà un responso positivo, altrimenti non mancheranno diti puntati contro.
Come promuoverai l’album e quali sono i tuoi progetti futuri?
La promozione dell’album è partita e ringrazio la stampa perché è arrivato quello che mi auguravo. Per quanto riguarda i live siamo partiti con Blu tour, le cui date possono essere consultate sulla mia pagina social e si aggiorneranno gradualmente. Il 25 ottobre sarò all’Alcatraz di Milano e da lì partirà il tour invernale in cui gireremo le maggiori città d’Italia e poi è in programma anche un tour all’estero, soprattutto in Germania ed in Inghilterra, precisamente a Londra.