La Madonna di Mezzastrada e il tempo che scorre inesorabile
Cronos è il termine greco che designa il tempo che scorre inesorabile, il tempo che lascia i segni sul volto e sulla pelle e che soprattutto si può contare. E il tempo è proprio quello a cui vogliono far riferimento La Madonna di Mezzastrada con il loro album, Crono, terzo lavoro per la band perugina.
Si tratta dunque di un concept album “sul panorama scheletrico del tempo. Un viaggio visionario di sei brani. Un immaginario poetico stagliato su paesaggi sonori solidi e quanto mai duttili. Un trip meraviglioso di suoni colori e profumi in una forma canzone monolitica non etichettatile. Un piccolo e sconosciuto capolavoro”, secondo quanto si legge nella cartella stampa. E non si sbaglia, in quanto le sei tracce che compongono l’album sono dei veri e propri pezzi unici, che potremmo definire di genere post rock d’autore, con una maggiore attenzione ai testi per niente scontati e che sembrano raccontare storie di vita ordinaria dal punto di vista di un narratore onnisciente.
L’album si apre con Albero, traccia caratterizzata dalla spensieratezza che si addice all’argomento di cui si sta parlando, ovvero dell’estate e delle vacanze organizzate, ma che ha anche un lato malinconico, individuabile come elemento di fondo dell’intero dell’album. Segue poi Dirigibili, che si discosta dal sound della canzone precedente in quanto si avvicina di più all’indie, ma che presenta al suo interno un senso di disillusione tipico di chi si trova in un’età in cui non sa precisamente dove andare. Formaldeide accoglie qualche lezione dal campo Csi, trasformandola in elettricità e in un passo incisivo, sorretto da buone linee di basso ed assolutamente una delle più orecchiabili, mentre Cesare, dedicata a Pavese, è l’esemplificazione migliore del personaggio che racconta tutto ciò che vede perché riesce ad immedesimarsi completamente nel mondo in cui vive. E infine chiudono l’album Triliardi e Crono, la title track.
Sono due tracce apparentemente differenti in quanto Triliardi ha un passo marziale e un’atmosfera cupa, che sembra in attesa di un’esplosione, la canzone preferisce incamminarsi in modo tutto sommato tranquillo su percorsi ora melodici ora più lisergici. Infine Crono è la traccia più sperimentale dell’album sia per quanto riguarda la durata (più di 8 minuti), sia per quanto riguarda il sound, in quanto durante tutta la durata della traccia è soggetto a cambiamenti di ritmo in un crescendo che lascia spazio anche a qualche lingua di fuoco psichedelica.