Coltura Eroica l’ Asprinio D’aversa
Un poeta dell’antichità cantava “Aversa, lodatissima per il vino Asprinio, il quale risolleva la molestia del caldo con leggerezza e soavità e apporta benessere e lunga vita…” , mentre il famoso Mario Soldati scriveva “Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’Asprinio: nessuno. Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’Asprinio no. L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta… Che grande piccolo vino!”
Come spesso accade, non è facile risalire con certezza alle origini del vitigno. Però se, gli antichi Greci erano soliti coltivare la vite ad alberello, gli Etruschi sfruttavano la caratteristica di pianta rampicante della vitis vinifera appoggiandola agli alberi, che fungevano così da sostegno naturale. Ancora oggi nelle campagne di Aversa si è conservata questa tradizione particolarissima. Ma è in epoca angioina, che Louis Pierrefeu, cantiniere di corte di Roberto d’Angiò, individuò nei declivi vicino Aversa il suolo ideale per impiantare le viti che assicurassero alla corte angioina una riserva ricca di spumanti.
La scelta si rivelò giusta: i tralci di vite, infatti, appoggiandosi agli alberi di pioppo, che fungevano da sostegno, crescevano innalzandosi anche oltre i 10-15 metri di altezza , consentendo così la produzione di quell’uva. In tale sistema, in cui le viti vengono chiamate “maritate” poiché si appoggiano ai pioppi, si chiama “Alberata Aversana”. Uno spettacolo suggestivo è assistere alla raccolta dei grappoli d’uva durante la vendemmia. Lunghe scale appoggiate agli alberi , dove i contadini devono essere equilibristi e, come funamboli , districarsi tra le tralci in questa coltura eroica.
Oggi, l’Asprinio, viene vinificato con tecniche moderne, spesso nemmeno più coltivato con le tipiche alberate, e conservato però sempre nelle tipiche grotte di tufo profonde anche oltre 15 metri, dove la temperatura rimane costante, inverno ed estate, intorno ai 13 – 14 gradi. Tra i principali produttori segnaliamo La Grotta del Sole, Cantine Caputo, Casa Vinicola Cicala, Azienda Agricola Magliulo, Varchetta Vini, I Borboni, Fattoria Torre Gaia, tutte ottime aziende che riescono a realizzare buoni prodotti. Ma nel comune di Frignano al centro di un’aria particolarmente vocata alla produzione dell’Asprinio di Aversa, da quattro generazioni la famiglia Magliulo svolge la sua attività di produzione e di distribuzione del nostro grande piccolo vino . Alla fine dell’800 il bisnonno dell’attuale proprietario, diede inizio alla produzione e commercializzazione del vino Asprinio, costruendo le profonde grotte, scavate nel tufo ad una profondità di circa 14 metri. Come dice il nome, è un vino che spicca per una vivace freschezza.
Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, è un vino molto secco, con note agrumate, minerali e lievemente mandorlate. Lo spumante, prodotto sia con metodo classico, che con il metodo charmat, è connotato da un’acidità tagliente e da una piacevole nota minerale. Ricordanto le tre T “ Tradizione, Tipicità e Territorio” tra gli abbinamenti gastronomici tradizionali spicca quello con la mozzarella di bufala d’Aversa e prosciutto. Ottimo con le fritture di scoglio, con i crostacei, le insalate di mare e piatti di pesce non troppo strutturati. Lo spumante, invece, è ottimo come aperitivo o per accompagnare menù raffinati in bianco e a tutto pasto; è in eccellente armonia con rane indorate e fritte o anguille di fosso fritte.
Dott. Giovanni De Silva Fondazione Italiana Sommelier Campania