Il Potere e la ribelle. Dialogo sulle figure di Antigone e Creonte dei giorni nostri
Il potere e la ribelle
Chi sono le Antigone e i Creonte dei giorni nostri?
Mercoledì 9 ottobre, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria Il potere e la ribelle. Creonte o Antigone? Un dialogo, di Livio Pepino e Nello Rossi. Un dialogo fra due giudici sui concetti di legge e di ribellione, uno scontro di personalità fra Antigone, l’eroina disobbediente alle leggi ritenute ingiuste, e Creonte, il potere costituito. Una tragedia moderna che si ripete nella politica, nella società e nella giustizia di oggi.
Fra etica e politica
Di Antigone, la tragedia di Sofocle, nel corso dei secoli si è scritto tanto. La storia è nota: davanti alla legge emanata da Creonte che negava degna sepoltura al di lei fratello Polinice, lei si rifiuta appellandosi a una legge divina, più alta. Creonte, colpito nel suo potere politico e temporale, la condanna a morte, per poi tornare sui suoi passi quando ormai era troppo tardi. Un’opera che mette in scena le questioni di sempre dell’etica e della politica, l’autorità, il potere, la libertà, la giustizia, la ragion di Stato, la pietas. Una tragedia così moderna da aver colpito scrittori e filosofi di ogni tempo, da Vittorio Alfieri a Bertolt Brecht.
In questo volume, però, a parlarne sono due giudici, Livio Pepino e Nello Rossi, che dell’amministrazione della giustizia e del potere ne hanno avuto lunga esperienza. I due, in un dialogo serrato a volte teso ai limiti dello scontro, impersonano l’uno le ragioni di Antigone – Pepino – e l’altro, Rossi, le ragioni di Creonte. Se per uno Creonte è il cinico dittatore imperialista, per l’altro Antigone è la giovane ribelle senza arte né parte: un irraggiungibile scontro fra bene e male, fra il potere e la ribelle appunto, che diventa stimolo per analizzare la giustizia e la società moderne.
Due giudici
«Nel dialogo discuteremo le ragioni di Antigone e quelle di Creonte. E lo faremo dichiarando da che parte stiamo, accettando un contraddittorio a tratti anche aspro».
Il dialogo fra i due giudici avviene da posizioni dichiarate, e si dipana a partire dall’attualità messa a confronto col dramma sofocleo. «Carola come Antigone!» esordisce Livio Pepino, in un parallelismo con la capitana della Sea-Watch Carola Rackete. «Se la metti così, cominciamo male» è la risposta di Nello Rossi, che durante tutto il dialogo cerca di sviscerare le ragioni di Creonte e togliergli la patina di male incarnato che in molti gli hanno attribuito nel corso della storia.
In sei capitoli i due giudici analizzano i miti moderni e i simboli della ribellione al potere – dal tema del Tav alle Ong che salvano migranti in mare – toccando poi i temi del governo della giustizia, dei giudici e della disobbedienza civile come reazione alle leggi ingiuste. Antigone è un’eroina o solo una ribelle incapace di progettare un mondo nuovo? Creonte è solo un tiranno, cinico e spietato, o una figura tridimensionale in continua tensione fra la fedeltà alla legge e la responsabilità di applicarla, fra la ragione e il cuore? «Sullo sfondo resta, evidente, il rapporto tra storia e utopia o, anche, tra riforma ed eresia». Chi siamo, nella vita, fra Antigone e Creonte?
Gli autori
Livio Pepino, magistrato fino al 2010, è stato pubblico ministero, giudice minorile e consigliere della Corte di Cassazione. Già segretario nazionale di Magistratura democratica, si occupa oggi di democrazia dal basso e di difesa della società dai guasti delle grandi opere.
Nello Rossi, magistrato sino al 2018, è stato giudice del lavoro, procuratore aggiunto di Roma e avvocato generale presso la Corte di Cassazione. Già presidente di Magistratura democratica, è attualmente direttore della rivista Questione giustizia e vicepresidente del Tribunale permanente dei popoli.