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La via della seta

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La Via della Seta, la più antica e storicamente significativa delle vie commerciali terrestri tra Europa e Asia, ha rappresentato per millenni un collegamento vitale tra l’Est e l’Ovest. Con il suo nome evocativo, che richiama immagini di carovane attraverso terre lontane, profumi di spezie e merci preziose, questa rotta ha avuto un impatto profondo sulla storia culturale, religiosa e tecnologica.

Image by Manfred Bieser from Pixabay
Image by Manfred Bieser from Pixabay

Nata oltre duemila anni fa sotto la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.), la Via della Seta è stata inizialmente aperta per stabilire una rotta commerciale con l’Asia Centrale e l’Europa. La sua esistenza ha influenzato la caduta e l’ascesa delle popolazioni lungo il suo percorso, intrecciandosi con la storia di diverse civiltà fino al suo declino intorno al 1368, con la caduta della dinastia mongola Yüan (1271-1368 d.C.).

In realtà, la Via della Seta non era un’unica strada, ma un insieme di percorsi commerciali che collegavano la Cina con i paesi dell’Asia Centrale e l’Europa. Il principale di questi percorsi partiva dalle antiche capitali cinesi Xi’an e Luoyang, attraversava il corridoio del Gansu e raggiungeva lo Xinjiang, terminando oltre l’Asia Centrale e toccando l’Europa.

Oltre ad essere una via commerciale, la Via della Seta era un viaggio culturale attraverso regioni e territori molto diversi tra loro, che affascinava mercanti di varie provenienze, tra cui i celebri Polo. Nonostante il nome, su questa rotta venivano scambiati molti beni oltre alla seta. Inizialmente, l’impero Han la utilizzava per importare i forti cavalli dell’Asia Centrale destinati all’esercito. Solo successivamente, la seta, considerata il tessuto più prezioso, divenne il principale prodotto di scambio, gelosamente custodito e lavorato in Cina. I mercanti dell’Asia Centrale ricevevano seta in cambio di cavalli, bestiame, pellicce e materiali di lusso come avorio, giada e vetro. Inoltre, sulla Via della Seta si commerciavano spezie, carta, metalli preziosi, porcellana e molti altri beni.

Questo intreccio di vie commerciali non solo rivoluzionò l’economia delle regioni coinvolte, ma anche le loro culture, facilitando scambi non solo di beni materiali, ma anche di idee, religioni e tecnologie, arricchendo così il patrimonio culturale dell’umanità.

Oggi, mentre celebriamo i 700 anni dalla morte di Marco Polo, la Via della Seta ha ripreso importanza grazie a iniziative contemporanee che mirano a rivitalizzare le antiche rotte commerciali e a promuovere nuove opportunità di sviluppo economico, scambio culturale e cooperazione internazionale. La più significativa tra queste iniziative è la “Belt and Road Initiative” (BRI), lanciata dalla Cina nel 2013.

Marco Polo e La Via della Seta

Il viaggio di Marco Polo verso il Catai (l’odierna Cina) ha gettato le basi per un’era di scoperta e interconnessione globale, evidenziando l’importanza del viaggio come mezzo di scambio culturale oltre che commerciale. La sua eredità si estende su diversi ambiti, tra cui la conoscenza geografica, lo scambio culturale, il commercio, la diplomazia e la narrazione storica, influenzando ancora il mondo moderno.

Le descrizioni di Marco Polo ne “Il Milione” hanno arricchito la conoscenza geografica e culturale dell’Europa, mentre la Via della Seta ha facilitato lo scambio commerciale e culturale tra Oriente e Occidente, ponendo le basi per una maggiore interconnessione tra le diverse regioni del mondo e anticipando la globalizzazione.

N.d.r. La prima parte dell’articolo è stata tratta dal mio romanzo storico “Da lontano, Venezia. I viaggi di Marco Polo”.

Eufemia Griffo
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