Terapia d'urto. Marco Felici su Fix On MagazineIn evidenza News Rubriche Sociale Terapia d'urto 

Samir

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“Abbiamo tutti un blues da piangere”, grandissimi Perigeo. Un Sax lacerante, straziante e doloroso. Il basso che impone la linea melodica.

Settimana infinita, mese infinito, giorni lenti e ansiogeni. Devo darmi una calmata.

Samir ha forti tratti autistici, fa la quarta elementare e, da fuori, sembra sereno. Gli piace giocare col computer. Incredibile come, nella scuola italiana, abbia fatto questa frettolosa e caotica irruzione l’informatica. I bambini non sanno ancora tenere la penna in mano, ma conoscono almeno una cinquantina di videogiochi, e sono bravissimi in tutti. La bidella porta il computer ad Samir, fuori dall’aula, in corridoio. Lui si collega e comincia subito a giocare con una destrezza inverosimile. 

Dopo una mezz’ora chiedo al bambino se non preferisca fare dei disegni, coi pennarelli colorati; lui semplicemente scuote la testa.

 Samir è tranquillo, ma in classe ha il vezzo di spintonare i compagni, di gettare per terra ciò che trova sui banchi. Insomma: “è fastidioso”.

Entro in classe e chiedo alla sua maestra se magari non sarebbe meglio provare….

“No, lui sta bene lì a giocare al computer; è molto bravo, vedrai”.

Ecco, meglio tenerlo buono col suo portatile, così non dà fastidio.

 Montessori docet . SIGH!

La bidella tiene accesa la radio; ovviamente il volume è basso ma riconosco “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano.

Nel frattempo, sento le altre maestre sgolarsi: “Silenzio!”  “State buoni!”  “Zitti, fermi!” 

Ora ti metto una nota!”   Resa incondizionata di signore giovani e meno giovani, frustrate e al limite dell’isteria.

“Lei trova i miei metodi insani, Capitano?”

“In realtà, io non…vedo…alcun metodo, signore” ( Da “Apocalypse Now”)

Ecco, nessun metodo. Solo nozioni affastellate, aridi concetti e urla, urla disperate di insegnanti disperate.

Oltretutto non si può neanche dar loro la colpa. Devono portare avanti i programmi dettati dal ministero, portarli avanti a qualunque costo…e finirli entro l’anno scolastico. Non vedo alcun metodo, appunto. Questo delirante sistema di premi e punizioni.

Alla radio: “Due su due” degli Articolo 31.

Qui si stanno plasmando anime, formando uomini e donne che dovranno affrontare sfide sempre più complesse, che daranno ordini e ne riceveranno. 

Che esseri umani saranno? Forti? Tenaci? Coraggiosi?  Spietati? Deboli? Pavidi? Sottomessi? Ma soprattutto: avranno un’etica? Saranno capaci di empatia? Sapranno amare davvero?

Nel frattempo, Samir ha finito anche l’ultimo livello del suo gioco preferito; è soddisfatto; le insegnanti non hanno dovuto occuparsene e sono soddisfatte; i compagni non sono stati infastiditi da questo ragazzino particolare e sono soddisfatti.

Il mio tempo con lui è terminato, ed io, non so perché, non mi sento per nulla soddisfatto.

 

Marco Felici
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