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“Contavo le gocce del cosmo” il libro di poesia di Davide Carretta

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“Contavo le gocce del cosmo” è la raccolta poetica di Davide Carretta. Una silloge poetica dove, grazie allo strumento potente di un linguaggio cesellato, si medita sui grandi temi del mondo: la magnificenza della natura e delle sue creature, con la sua spietata indifferenza e bellezza; la morte; il vero amore; la vanità delle cose; lo scopo nella vita di un uomo.

Per l’autore tutto è natura. L’elemento naturale, infatti, viene raccontato e ripreso magistralmente in buona parte della sua produzione poetica. È “Allodole e ruscelli”, la prima sezione della raccolta a raccontare di un mondo dove l’uomo, preso da sé stesso si è discostato dalla natura. Egli ha imparato a conoscerla e anche a temerne i rischi e le brutture. La gioia dei primordi, sembra quindi essere stata persa, decretando la fine di una storia d’amore che sembrava non avere mai fine.

La raccolta sembra come essere disseminata dal colore verde, lo stesso che si riprende nella poesia “Ho cercato i tuoi occhi”. Nel componimento, tuttavia, non ci si rifà solo al colore degli occhi della donna amata, quanto piuttosto al senso naturale di stare insieme, tenersi al sicuro a vicenda, amarsi in maniera profonda. Uno sguardo sentimentalista, dove l’autore vede le altre donne senza mai riuscire ad amarle allo stesso modo. Il sole, gli occhi, i lembi di pelle della donna amata, tutto sembra spingere l’autore nelle meraviglie naturali a cui ha sempre ambito. Una miscellanea di carne e natura, un modo di vivere l’amore nella sua grande profondità d’animo.

In “Pomeriggi luglienghi sul Gargano”, l’autore esprime la sua profonda ammirazione per quest’ultimo. Egli attraverso i suoi versi sembra compiere uno strabiliante fermo immagine sulla pioggia, sul canto degli uccelli, sui colori naturali. Lo stesso respiro che ha anche la poesia “Inno a paesaggi lontani”, dove persino la sabbia sembra prender vita e avere un sospiro proprio. Una trasfigurazione di immagine, la stessa che l’autore compie su sé stesso nella poesia “Divenire”. È in quest’ultima che Carretta rivolgendosi ad uno spirito sconosciuto lo invita a trasformarlo in vento, in mare, in monti, e solo alla fine in uomo, per viaggiare tra la gente.

Oltre ad interrogarsi sulla natura, l’autore compie numerose riflessioni sull’amore e sulla morte. Nel quarto filone della sua raccolta, “Altri versi”, regala al suo pubblico componimenti fortemente classici, ne è l’esempio la poesia “Sicilia”.

Accanto alla vita e all’amore, l’autore compie profonde riflessioni sulla morte, come la poesia da cui riprende quest’ultima parola. In “Morte”, Carretta, ammette che la vita sembra sgorgare proprio dalla morte, e che la stessa a volte appare come un sonno dolce e talvolta come un viaggio di ritorno. Un’esperienza umana, una tappa obbligata, che ben si collega ad una poetica asciutta e magnetica.

Una raccolta sensazionale, quella di casa I libri di Icaro, un testo emozionante, capace di mettere insieme una moltitudine di tematiche che ben si amalgamano tra di loro.

 

 

 

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