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Non c’è bisogno di voi. Quattro chiacchiere sulla felicità con lo scrittore Matteo Secchi

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Ciao Matteo come stai?
Ho avuto il piacere di leggere il tuo romanzo “Non c’è bisogno di voi”, edito da Morellini – è un romanzo distopico in cui si parla di una immaginaria società del futuro in cui tutti gli infelici o depressi vengono allontanati, per garantire l’evolvere di una città di felici.
E’ un romanzo intenso, acuto nelle riflessioni, cupo, il cui senso si può riassumere citando un breve brano tratto dalle pagine del romanzo: “Pensi che loro si siano dimenticati cos’è la tristezza?
Il dolore è naturale, ed è una follia poter pensare di vivere di sola felicità”.
Vuoi raccontarci in breve la trama?

Certo. Il mio romanzo racconta di un quartiere grazioso e coloratissimo, in cui tutti i servizi sono gratuiti. Questo quartiere è però racchiuso da mura invalicabili, anch’esse colorate. C’è un solo ingresso, si può permanere all’interno per quanto si vuole, ma l’unica via d’uscita è rappresenta dal suicidio. Qui sono ospitati i cittadini tristi, considerati eroi per la loro condizione di esiliati, ma al contempo visti come nocivi perché con la loro indole infelice potrebbero intaccare la felicità di massa che la società va inseguendo spasmodicamente. 

Il protagonista, Carlo, vive nel quartiere degli infelici da due anni, rimandando di giorno in giorno la decisione di intraprendere il suo ultimo passo e lasciare il mondo a chi sa come essere felice. Ma in uno di questi giorni monotoni incontra Roberto, un giovane taciturno che desterà la sua curiosità sopita. Incontrerà poi anche Aurora che col suo animo vivace – mai visto nel quartiere – farà nascere in lui tantissime riflessioni. Questi incontri faranno entrare in crisi le certezze ormai assestate in Carlo, che sono le stesse che la società intera dà ormai per scontate. 

Copertina libro: Non c'è bisogno di voi (Morellini Editore)
Copertina libro: Non c’è bisogno di voi (Morellini Editore)

Il tuo romanzo è una non-tanto-velata critica della società contemporanea: tu attacchi la nostra comunità che promuove ed incentiva l’omologazione delle persone ed emargina i diversi.
Vuoi parlarcene?

Sì, la distopia aiuta a sottolineare dei problemi della società contemporanea usando l’iperbole come messaggio. È in corso un appiattimento di pensiero e sensibilità a trecentosessanta gradi che si evidenzia anche negli opposti, nei contrasti, un insistente tentativo di affermazione del proprio essere a discapito di chi non comprendiamo, di chi ci spaventa per la sua forza di essere “qualcos’altro“. Tutti i movimenti, tutte le idee dei nostri giorni hanno perso di vista il dubbio, hanno come unica certezza la verità, che immancabilmente è quella di chi la professa. Non esiste argomento senza scontro, quasi tutto viene affrontato per poli contrastanti.

Tu scrivi “E’ una follia poter pensare di vivere di sola felicità”: cosa significa essere felici oggi?
Nello specifico cosa rende felice Matteo Secchi?

È una domanda difficilissima sulla quale si dibatte da secoli, e non ho la pretesa di avere la risposta. Posso, come suggerisci tu, dire cosa è per me. E cinicamente direi che è la produzione di dopamina, perché spesso ci dimentichiamo che siamo esseri viventi governati dalla biochimica, ed è qui che risiede la nostra vera interiorità.
Accettando questo aggiungerei che la felicità riguarda la salute delle nostre connessioni col mondo esterno, persone o natura: bisogna curarle mettendole in relazione col valore del tempo.
Un altro fatto è che tutto ciò si sorregge anche sulla sofferenza e sulla fatica, stati che continuiamo a considerare innaturali.

“Non c’è bisogno di voi” è un romanzo distopico: questo genere è un canale per far passare messaggi al pubblico che, a mio parere, funziona molto bene – e non ti nascondo che la distopia è tra i miei generi letterari preferiti.
Allora ti chiedo: perché una distopia oggi?

La distopia è un ottimo mezzo per trattare un argomento spostando il focus su ambientazioni e personaggi nuovi e di fantasia. Quindi dà la possibilità di proporre un messaggio che sfugge ad idee già metabolizzate ed alla polarità aggressiva del dibattito pubblico. Perciò questo genere narrativo ai giorni d’oggi è un’ottima possibilità di intavolare un discorso sul futuro, di presentare al lettore una visione che probabilmente non è la sua e che non accetterebbe di analizzare se non mascherata nella narrazione.

Parliamo ora di un’altra tua passione in relazione al tuo romanzo, cioè la musica.
Mi riferisco al progetto musicale nato in collaborazione con Marco Cotza “Un po’ fiore di loto un po’ cadavere”: Di cosa si tratta?

Il singolo “Un po’ fiore di loto un po’ cadavere”, frutto della collaborazione con il cantautore Marco Cotza, è nato dall’idea di creare una canzone esclusiva per il libro ma ascoltabile da chiunque. 

Il testo, infatti, non ripercorre la trama del romanzo ma mescola emozioni e soggettive dei personaggi in un flusso continuo di corpi, sentimenti ed elementi.
Il tema di fondo è la tristezza, quella più intensa e dolorosa, ma alla fine di ogni strofa è inserito un messaggio di speranza, ossia che non bisogna perdere la consapevolezza della ciclicità infelicità – felicità.
L’arrangiamento e la produzione musicale sono state curate da Mauro Laconi (chitarrista di Rkomi), il mix da Alessandro Favero e il master da Matteo Calvagno.

Ancora una domanda circa la nuova idea sviluppata da Morellini Editore, e cioè l’extended book. Di cosa si tratta?

Sono felice che il mio editore abbia sviluppato questa piattaforma digitale di approfondimento per i romanzi, è un’idea innovativa e che sta riscuotendo un bel successo.

D’altronde per noi autori è un mezzo alternativo per comunicare in modo diretto con i lettori, anche al di fuori delle pagine del libro; così li si può indirizzare verso contenuti di approfondimento come video, foto, documenti e altro materiale.
Il grosso vantaggio per il lettore è di avere contenuti filtrati dagli autori per quanto riguarda le ricerche su internet, oppure di avere accesso a materiale inedito. Penso sia una connessione fra autori e lettori necessaria e stimolante al giorno d’oggi.
Nel mio Extended Book si può trovare una mappa del quartiere degli infelici, il singolo nato per il romanzo e i miei ringraziamenti al pubblico.

Oltre questo ci sono diversi indirizzi internet per materiale che ho ritenuto interessante all’approfondimento delle tematiche trattate nel romanzo. Presto questo formato sarà un adottato dalla maggior parte degli editori, ne sono certo.

Potete trovare gli extended book del mio editore Morellini all’indirizzo web https://www.extendedbook.it/morellini-editore
oppure scansionando il QR code che si trova dietro al libro. 

Grazie Matteo per la tua disponibilità: è stato bello parlare del tuo romanzo ed ascoltare insieme musica, a presto risentirci ciao

 

Federica Cervini

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