Gabriele Mancuso ci racconta il nuovo singolo “La mia depressione latente”
“La mia depressione latente” è il nuovo singolo di Gabriele Mancuso, attualmente disponibile in radio e in digitale. Il brano parla di una malattia interiore, una ferita così tanto profonda da nascondersi tra i rami dell’anima. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui. Buona lettura
Come sei arrivato alla musica? Hai mai avuto paura di non essere all’altezza?
Ci sono arrivato nel momento più delicato della vita di una persona…la potentissima preadolescenza. A 12 anni ero davvero in difficoltà dal punto di vista comunicativo.
Balbettavo, avevo poca fiducia in me stesso e non è che a casa fossero proprio tutte rese e fiori.
In quel momento il mio sguardo si è posato sulla chitarra “abbandonata” di mia sorella, messa in un angolo della casa a prendere polvere ed è successo…insomma, è la musica che si è fatta trovare.
Ho paura tutti i giorni della mia vita, ma non di non sentirmi all’altezza…anzi…ho paura di conoscere il Gabriele che si sente sempre all’altezza.
Quale è stata la tua musica di riferimento?
Sempre in quel periodo i Green Day mi hanno svoltato la vita! Ero a Bologna in gita, alle medie, e mi sono comprato il mio promo album. Da lì poi ho conosciuto tutto il resto…
Oggi vado fuori di testa per band come i Biffy Clyro ad esempio!
Hai uno strumento musicale al quale sei particolarmente legato?
Beh, la chitarra è assolutamente il mio strumento…ma ultimamente sono alla ricerca di sonorità più profonde e particolari. A breve so già che mi comprerò un armonium.
Recentemente è uscito il tuo nuovo singolo “La mia depressione latente”. Ci racconti com’è nato?
È nato dalla necessità di dare un volto alla mia ombra. È una canzone sincera e profonda che racconta il malessere di una persona che sta lavorando su se stessa e con se stessa.
Scritta e registrata live in 10 minuti, così, di getto. Ne vado molto fiero.
Questo brano è suonato interamente dal vivo da te e altri quattro musicisti (Matteo Finizio – cigar box, Francesco Pozzi – Piano e sinth, Max Zanotti – voce).
Come sono nate le collaborazioni?
Beh, innanzitutto sono tutti cari amici con i quali è stato un piacere condividere un’esperienza del genere.
L’idea di registrare LIVE “La mia depressione latente” con questo particolare arrangiamento è nata dopo aver sentito un tributo a De Andre’ suonato da Matteo Finizio alla cigar box e da Francesco Pozzi al piano/synth. Mi sono innamorato follemente del loro sound e gli ho proposto di suonare con me questo mio pezzo di vita. Hanno accettato e questo è il risultato!
Poi una volta in studio da Max Zanotti è successo tutto naturalmente e anche lui si immerso nel progetto cantando LIVE i ritornelli. Sono davvero felice!
Cosa puoi dirci della copertina del singolo?
Nasce tutto da un’altra amicizia importante.
Davide Romano’ è un artista, pittore e poeta che ultimamente sta realizzando dei quadri davvero in connessione con le mie canzoni. Anche per “La mia depressione latente” Davide mi ha “prestato” uno dei suoi quadri che inspiegabilmente racconta perfettamente il significato del pezzo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando seriamente ad un progetto che mi stuzzica da un po’: suonare e registrare live con un’orchestra di 50 elementi. Tanta, tanta, tanta roba per me e per la mia esperienza personale.