OCCIDENTALI’S KARMA
Oriente e Occidente sono diventate, nei secoli, dualità opposte, figlie di culture diverse, tradizioni millenarie, rimaste estranee tra loro, fin quando, complice la curiosità umana, le guerre, gli scambi commerciali, la globalizzazione e l’accorciarsi delle distanze, ci sono stati sempre più incontri e scambi.
Negli ultimi due secoli abbiamo assistito ad una sempre maggiore presenza delle culture orientali in Occidente, vuoi per moda, per necessità o per semplice amore della conoscenza, molte tradizioni, pratiche o filosofie sono entrate a far parte delle vite di noi occidentali.
Altre volte invece queste “importazioni”sono frutto del bisogno, da parte di menti illuminate, di far conoscere e di diffondere la loro tradizione nel mondo.
Un esempio calzante può essere quello di Bruce Lee, una vita dedicata allo studio delle arti marziali e alla sua diffusione in Occidente, attirandosi le ire di chi voleva che restasse appannaggio delle regioni in cui sono nate.
Bruce Lee era convinto che queste pratiche, queste filosofie dovessero essere conosciute e portate in tutto il mondo.
Oppure altro esempio può essere quello di Yogi Bhajan, maestro di Kundalini yoga, che ha portato questa pratica in Occidente , convinto, a ragione, che in quest’epoca così particolare, noi avessimo un estremo bisogno di una pratica che potesse supportarci nel cambiamento che il mondo sta vivendo. Altre volte, invece, ci sono stati dei veri e propri “saccheggi”, pensiamo a tutte le pratiche di tonificazione del corpo che ricordano in maniera troppo evidente le posizioni yoga, oppure tutte queste pratiche di difesa personale, che nascono da tecniche provenienti proprio dalle millenarie culture marziali orientali.
Questi “saccheggi” hanno spinto, ad esempio, l’India a regolamentare e conseguentemente a proteggere lo yoga, inserendolo tra i patrimoni dell’umanità dal 1 Dicembre 2016, preservandolo dallo sciacallaggio di chi, Bypassando la tradizione, ha smembrato un’arte millenaria mettendo a punto metodi venduti come “innovativi”. La finalità di questo articolo, infatti, prendendo in prestito la canzone di Francesco Gabbani, è proprio quella di sottolineare il “karma” dell’uomo occidentale, che finisce sempre per scimmiottare culture e usanze che, non appartenendoci, dovrebbero essere rispettate di più.
Ci approcciamo ad arti millenarie a nostro uso e consumo, attraverso le nostre lenti e il nostro punto di vista, senza capirne a pieno il senso, a volte le calpestiamo senza il minimo rispetto, le modifichiamo in base alle nostre esigenze (spesso economiche o di moda), in un epoca in cui la tradizione diventa un optional e non qualcosa che ha la sua ragione d’essere solo nel modo in cui è stata tramandata per millenni.
Ed ecco che nascono come funghi stili di arti marziali mai uditi prima, tipi di yoga totalmente inventati, giocando sulla buona fede delle persone e su una buona dose di inesperienza sul tema.
Ecco anche l’improvvisarsi di guru e maestri, studiando a tavolino quelle che possono vantare l’appellativo di vere e proprie truffe ai danni di ignari avventori, sicuri di acquistare un prodotto autentico ed efficace.
Insomma, mai come in questo caso è necessaria la trita e ritrita formula “diffidate dalle imitazioni”, e visto che non per tutti è possibile un approfondimento nei luoghi d’origine e uno studio consapevole, mi ripropongo con questa rubrica di fare chiarezza, nel mio piccolo, sul magico e immenso mondo della cultura e delle discipline orientali.