Pallagrello Nero
Il vitigno Pallagrello è uno dei vitigni autoctoni che si sta rendendo protagonista della rinascita enologica della regione Campania. Il vitigno è originario del casertano, con due varietà, uno a bacca bianca e uno a bacca nera, con grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla, in dialetto locale “U Pallarel”. La sua provenienza risale presumibilmente all’antica Grecia, i coloni Greci furono poi sostituiti dai Romani, e nell’antica Roma, l’uva era conosciuta con il nome di “Pilleolata”.
Questo vitigno fa parte della storia del Sud, perché è stato coltivato per secoli nel territorio casertano, sulle Colline Caiatine, ad appena una quindicina di chilometri da Caserta. Coltivato per molti anni raggiungendo anche buona fama, tanto da riuscire ad entrare nella Vigna del Ventaglio fatta piantare dai Borbone a San Leucio, proprio a ridosso della Reggia di Caserta in cui si lavoravano le uve più pregiate del Regno. Si narra del Pallagrello capace di fare ammattire re Ferdinando, grande appassionato di cibo e di vino. Il terroir delle Colline Caiatine, prevalentemente argilloso segna questo vitigno dal passato nobiliare. Queste colline sono ben esposte al sole e ben ventilate. Hanno una buona escursione termica che garantisce la giusta acidità ed eleganza, al Pallagrello.
La varietà a bacca nera ha come sinonimi coda di volpe nera, piedelungo, pallagrella nera ed è diffusa nei comuni di Alife, Alvignano, Caiazzo e Castel Campagnano. Era la fine degli anni ’90 quando un avvocato Peppe Mancini, fondò la Vestini Campagnano scommetendo su un progetto ardito tutto giocato sul recupero delle uve autoctone delle Colline Caiatine.
La scommessa della Vestini, alla quale nel 1999 si unì l’attuale proprietario, l’avvocato Alberto Barletta è stata vinta perché oggi possono fregiarsi di un vino veramente superbo. La passione per il vino e l’amore per la propria terra hanno spinto Maria Grazia Foglia, Alberto Barletta ed i propri figli, assieme ai loro soci, a riprendere la coltivazione di uve che avessero un antico legame con il territorio puntando per primi sul Pallagrello.
Il Pallagrello Nero è un rosso importante, strutturato, elegante, con buona propensione all’invecchiamento, dai tannini selvaggi difficili da addomesticare, intenso, persistente, capace di abbinarsi ai piatti più complessi e difficili senza problemi. Mai come in questo caso il bicchiere è stato provvidenziale per la tavola, senza il Pallagrello e i suoi produttori le Colline Caiatine non esisterebbero nella geografia mentale degli appassionati e degli esperti. E un vino affinato in ‘barrique’ per almeno un anno, nel quale già solo i suoi tannini sono predominanti e si avverte, al naso prima ed al palato dopo, una potente esplosione di aromi di frutta rossa pienamente matura.
Ricordando sempre le tre T”Tipicità, Tradizione e Territorio” questo vino potente, complesso e strutturato va abbinato con piatti altrettanto complessi. Ottimo in abbinamento a secondi piatti di carne rossa, si sposa molto bene con il coniglio in umido, particolarmente indicato su formaggi stagionati, ma è da provare con la polenta al sugo di cacciagione.
Rammentate che “lL vino è la parte intellettuale di un pranzo, il resto è la parte materiale”.
Dott. Giovanni De Silva
Fondazione Italiana Sommelier Campania